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Il direttore della rete ammiraglia abruzzese, Pasquale Pacilio, aveva parlato, durante la trasmissione, della sedia lasciata vuota dal presidente della Regione ma senza fornire dettagli. “Chiodi è stato più volte invitato a partecipare alla trasmissione ma ha sempre detto di no”. Ora il governatore spiega i motivi di quella sua assenza.

“Per 5 anni sui cinque e mezzo di legislatura sono stato ingiustamente oscurato dall’emittente televisiva Rete 8 per finalità poco nobili, riconducibili a interessi economici di parte, in nome dei quali è stato calpestato il diritto all’informazione e l’autentica dialettica politica”. Così inizia il post Gianni Chiodi sul proprio blog. E ci va giù pesante:”Per questo ho deciso di non partecipare al dibattito televisivo organizzato da chi ha dimostrato come l’informazione possa essere servile strumento di parte. Rinnovo la stima ai giornalisti chiamati a partecipare, alla Redazione di Rete 8 e agli spettatori ingiustamente penalizzati nel diritto ad essere informati sulle attività della Regione”.

Poi precisa:”Non è mio costume sottrarmi ai confronti. La mia attività e i risultati conseguiti mi danno gli strumenti atti ad affrontare qualsiasi platea. Ma non posso, né voglio onorare chi del rispetto, dell’onestà intellettuale e della lealtà alla propria professione è capace solo di riempirsi la bocca”.

Le parole pesanti lanciate in direzione Chieti Scalo rimbalzano, evidentemente, verso i due titolari delle cliniche azioniste di Rete 8: Pierangeli e Spatocco. E la sfuriata del governatore non è nuova nei confronti del colosso televisivo regionale. L’anno scorso, addirittura, indisse una conferenza stampa per chiarire la sua posizione rispetto all’emittente.

Anche in quel caso il presidente attaccò il canale televisivo perché portatore d’interessi privati. Chiodi dice di non avercela con i giornalisti della redazione. E con chi quindi? A questo punto viene da pensare che il nemico numero uno sia Pasquale Pacilio. 

Ci chiediamo: può un direttore, da solo, orientare la linea editoriale di una emittente? Perché il presidente tiene a precisare che i giornalisti svolgono il loro lavoro in maniera intellettualmente onesta? Non ricordiamo nessuna nota di redazione in cui i professionisti di Rete 8 abbiano preso distanze da un certo tipo d’informazione. Ricordiamo, invece, che gli stessi giornalisti diffusero una nota contro il presidente all’indomani  della conferenza stampa di Chiodi in cui definì Rete 8 “l’ossimoro dell’informazione”.

Delle due una: o Rete 8 fornisce un ottimo servizio pubblico e Chiodi non sta facendo altro che la sua campagna elettorale oppure il governatore ha ragione e di quel tipo di televisione sono complici anche i giornalisti.

In quest’ultimo caso, ci chiediamo, perché il presidente della Regione non chiede conto all’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo di questo comportamento di Rete 8? E perché non invita il Corecom Abruzzo a fare un controllo sull’informazione dell’emittente visto che l’organo “esercita un potere di controllo e di vigilanza a servizio e tutela del cittadino”?

Il Corecom è composto dal Presidente, dal Vice Presidente e da tre commissari. Il Presidente del Corecom è nominato con decreto del Presidente della Giunta Regionale, d’intesa con il Presidente del Consiglio Regionale e sentito il parere della Giunta per le nomine del Consiglio Regionale.

Cosa aspetta il governatore a fare queste due azioni?

ZdO

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