Conte, le pacche sulle spalle con Centofanti e Di Marzio e la curatrice fallimentare della clinica Villa Pini
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Il leader a 5 stelle Giuseppe Conte in queste settimane sta girando l’Italia in lungo e in largo. L’obiettivo è quello di ridare vigore all’ormai defunto movimento.

Lontano quel tempo in cui era in compagnia di Fabrizio Centofanti e Fabrizio Di Marzio nella galleria d’arte Benucci, a Roma. Era dicembre 2012. Un video amatoriale li mostrava sorridenti mentre si davano affettuose pacche sulle spalle. Centofanti nel 2018 viene arrestato con accuse plurime di frode fiscale, corruzione giudiziaria, associazione a delinquere, cioè le inchieste che hanno poi portato alla radiazione del pm Luca Palamara. Questo incontro ha a che fare con quanto dichiarato da Piero Amara, il quale ai pm di Milano, oltre a svelare la presenza della loggia Ungheria, ha riferito che Michele Vietti, allora vicepresidente del Csm, nel 2012 gli raccomandò Conte per imporlo come consulente legale di Acqua Marcia. Tutto ciò affinché il gruppo di Bellavista Caltagirone, che era in grave crisi, ottenesse il concordato dal tribunale di Roma. Nel 2012 c’era un rapporto diretto tra il lobbista e Conte.

Il concordato di Acqua Marcia

Dal verbale del Cda di Acqua Marcia del primo febbraio 2013 si evince che fu affidato agli avvocati Guido Alpa, Giuseppina Ivone ed Enrico Caratozzolo l’incarico di predisporre il contenuto della domanda di concordato. Inoltre, il gruppo si avvalse anche della collaborazione di Giuseppe Conte. Come ricostruito da L’Espresso, nel giugno 2013 ci fu il via libera dei giudici al concordato.

Dalle carte societarie sarebbe poi emerso che la parcella totale dei tre professionisti fu di 1,6 milioni di euro. Alpa, di cui l’ex premier fu allievo prediletto, venne contattato da Fabrizio Centofanti. Invece l’avvocata Ivone all’Espresso ha spiegato che per Acqua Marcia fu interpellata da Caratozzolo all’inizio del 2012. “E i dubbi sono più di uno: in quel momento non c’era l’ipotesi del concordato e sfuggono i titoli che permettessero a Caratozzolo di contattare colleghi”, scrive L’Espresso. Ivone e Di Marzio, comunque, condividono lo studio oggi con Roberto Falcone, nominato dal tribunale come commissario giudiziale di una controllata del gruppo, la Acquamare.

Gli intrecci

I loro nomi però si sono sovrapposti nel 2016, quando Roberto Falcone chiamò Giuseppina Ivone come legale della procedura per il fallimento dell’università privata Cepu. Due anni prima fu nominata curatrice fallimentare del gruppo di cliniche Villa Pini di Chieti dal giudice Adolfo Ceccarini, grande amico di Fabrizio Di Marzio e a fine 2010 arrivato poi al tribunale fallimentare di Roma. Per l’asta della collezione di quadri e oggetti di valore fu chiamato il critico d’arte Matteo Smollizza. Che compariva anche tra i consulenti della liquidazione di Cepu. Peraltro avrebbe collaborato più volte con Di Marzio, che ora è responsabile dell’area giuridica di Coldiretti e risulta domiciliato nello studio di Falcone e Ivone. La svolta nella frequentazione con Conte risale invece al 2013, quando Giuffré assegnò a entrambi la direzione della rivista giuridica “Giustizia Civile” nel novembre 2013.

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