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La Guardia di finanza ed il Noe stanno eseguendo proprio in queste ore arresti nell’ambito di una inchiesta che avrebbe accertato irregolarità sull’appalto del dragaggio del porto di Pescara effettuato oltre un anno fa e poi bloccato. La procura antimafia de L’Aquila reputa viziata la procedura amministrativa e vede coinvolti alcuni dirigenti pubblici. 

Ai domiciliari sono finiti Bellafronte Taraborelli, 55 anni, detto ‘Tino’, di Pescara, responsabile del procedimento per l’appalto del terzo lotto e Giuseppe Biscontin, 65 anni, di Venezia, gia’ funzionario del ministero delle Infrastrutture, oggi in pensione. Devono rispondere di Turbativa, corruzione, falso e truffa. Gli avvisi di garanzia, notificati a imprenditori e funzionari pubblici, sono una trentina. All’ex commissario Guerino Testa, invece, è stato contestato il falso perche’ avrebbe attestato, contrariamente al vero, l’apertura di plichi relativi alla gara d’appalto del terzo lotto. L’inchiesta riguarda quella della distrettuale inerenti lo smaltimento dei fanghi che già nel 2011 portò al sequestro della draga Gino Cucco. Le indagini riguardano anche il primo e secondo lotto dei lavori e seguito dal Noe. La Guardia di Finanza acquisì all’epoca presso l’ufficio dell’allora commissario Guerino Testa, una grossa documentazione riguardante la procedura conscorsuale. Secondo gli inquirenti ci fu:«un cartello di partecipazione all’appalto al fine di favorire la ditta Dragaggi s.r.l.» che, seppur non vincitrice della gara, di fatto, era subentrata alla ditta vincitrice. Una mail scambiata tra l’amministratore unico e un “faccendiere” veneto, si accertava che, prima della formalizzazione della procedura concorsuale, la stessa società conosceva sia i nomi di tutti i partecipanti, che le percentuali di ribasso che gli stessi avrebbero offerto. Il tutto coordinato:«dal professionista pescarese» che in virtù del datato rapporto di amicizia e dei “doni” ricevuti, si sarebbe prodigato nel fornire utili notizie sui partecipanti e nell’ottenere la modifica del capitolato d’appalto. Unitamente ai soggetti destinatari di misure cautelari e interdittive, sono stati notificati avvisi di garanzia agli altri indagati (Commissario delegato, responsabile ufficio del procedimento ed imprenditori che hanno preso parte alla procedura) presso i loro domicili situati in Veneto, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Toscana e Friuli Venezia Giulia. Per l’esecuzione di tali ultimi provvedimenti ci si e’ avvalsi della collaborazione dei reparti delle Fiamme Gialle territorialmente competenti.

 

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