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Il malcontento all’interno del partito di Matteo Salvini si sta diffondendo a macchia di leopardo un po’ in tutta Italia. Dopo l’Abruzzo, dove sono in corso regolamenti di conti con coltelli tra i denti, c’è la Toscana in pieno subbuglio.

Gustavo Pagni, ex segretario della Lega è uno dei dissidenti che non hanno portato voti a Susanna Ceccardi, pupilla del vicepremier e ministro dell’Interno. “Mi si dovrebbe spiegare come un candidato che fa anche il capo del partito regionale, possa fare anche il sindaco, il parlamentare europeo” chiedeva su Facebook Pagni a pochi giorni dal voto europeo di maggio. E, infatti, il suo voto è andato ad Antonio Rinaldi, professore romano anti-euro, utilizzato, pare, come paladino dalla dissidenza interna.

Tra i “traditori” ci sarebbe anche tale Guglielmo Picchi, il sottosegretario agli Esteri.

Rinaldi, dunque, è risultato il campione di preferenze nel Centro Italia: 48.501 Rinaldi, 48.374 la Ceccardi. Ed è subito partita la caccia ai sabotatori. “Se qualcuno fra gli iscritti avesse offeso, danneggiato l’immagine o tentato di Lega locale.

Insomma, sarebbero già pronte una quindicina di lettere di richiamo dei coordinatori provinciali. Nel mirino le province di Siena, Pisa, Firenze, Prato e Lucca.

“I provinciali possono fare provvedimenti da statuto. Ma chi ha fatto campagna per altri, ha fatto il suo, ha portato voti alla Lega. E, figurarsi, io ho fatto un ticket con Rinaldi, invitavo a votarlo”, riferisce la Ceccardi da Bruxelles.

“Il suo nome è importante per la Lega in Toscana e per la sfida delle Regionali. Certo il percorso è lungo, ma il giudizio su di lei è di massima stima”, spiega Stefano Locatelli, molto vicino a Salvini e responsabile nazionale enti locali della Lega al Tirreno.

E Salvini che dice?

Di admin

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