"Ex Ilva ha violato i diritti umani e compromesso la salute dei cittadini". Lo dice l'Onu
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“La produzione nell’impianto siderurgico Ilva di Taranto ha compromesso la salute dei cittadini e violato i diritti umani per decenni, provocando un grave inquinamento atmosferico. I residenti che vivono nelle vicinanze dell’impianto soffrono di malattie respiratorie, cardiache, cancro, disturbi neurologici e mortalità prematura”.


A scrivere questa volta dell’ex Ilva è il relatore speciale delle Nazioni Unite David R. Boyd d’intesa con il relatore speciale Marcos Orellana sulle implicazioni per i diritti umani della gestione e lo smaltimento di sostanze e rifiuti pericolosi, nel rapporto annuale intitolato “The right to a clean, healthy and sustainable environment: non-toxic environment”. Il rapporto è stato  pubblicato e approvato dal Consiglio per i diritti umani dell’Onu. Proprio Orellana è stato a Taranto nelle prime settimane di dicembre 2021 ed ha avuto incontri con gli esponenti del mondo ambientalista.

Il documento conclusivo è stato diffuso da Marina Castellaneta, ordinario di diritto internazionale nel dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Bari. “Tra i luoghi più degradati in Europa occidentale – si segnala – i relatori hanno individuato proprio la zona dell’Ilva di Taranto. Che si trova nella stessa situazione di zone come quella di Quintero-Puchuncavi in Cile, Bor in Serbia e Pata Rat in Romania”. “Il diritto a un ambiente salubre – scrive il relatore speciale Boyd – può essere garantito solo se si limita l’utilizzo di sostanze tossiche che colpiscono le persone più vulnerabili”.

Un elemento in più per capire cos’è stata l’ex Ilva.

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