Fisco: il prelievo forzoso dell'Agenzia e lo spettro della patrimoniale
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Come avevamo riferito a ottobre scorso, al fine di limitare l’evasione fiscale, il Fisco è riuscito a snellire alcune pratiche burocratiche di recupero del credito. Per chi non paga le tasse (o non può pagarle) l’Agenzia delle Entrate apre una guerra con il contribuente.

Fino a qualche anno fa, nel caso in cui il contribuente fosse insolvente, l’Agenzia delle Entrate doveva attendere l’approvazione di un Giudice per ottenere l’ingiunzione al pagamento. L’iter comprendeva: la presentazione della richiesta, l’attesa della valutazione, l’invio della comunicazione al consumatore e, trascorso il tempo indicato, mettere in atto il prelievo forzoso.

Il prelievo sul conto corrente

Il Fisco ha ottenuto il via libera per snellire l’iter burocratico. D’ora in poi, l’Agenzia potrà inviare una notifica per mezzo raccomandata indicando precisamente il “reato” effettivamente commesso. Trascorso il tempo di 60 giorni dall’invio della notifica, l’Agenzia delle Entrate metterà in pratica il prelievo forzoso direttamente dal conto corrente dell’intero ammontare non precedentemente pagato.

Lo spettro del prelievo forzoso per risanare i conti dello Stato

Del prelievo straordinario sui conti correnti bancari degli italiani se ne discute in questi giorni come misura per superare la difficile situazione in cui versano le casse dello Stato. Si è parlato di un prelievo, anche questo, non dissimile da quello del 1992, durante il Governo Amato. Le voci, però, sono state definite bufale.

La patrimoniale

Di una patrimoniale, invece, si continua a parlare. Il viceministro dell’Economia e Finanze Antonio Misiani, ad esempio, osserva come “gli italiani hanno 1400 miliardi di euro fermi sui conto correnti o in liquidità”. E precisa: “noi dobbiamo inventare strumenti che permettano di convogliare questa risorse verso l’economia reale, per farglieli investire. Dobbiamo rompere questo meccanismo e trovare tutti i canali possibili immaginabili per garantire liquidità ora, nell’emergenza, e poi per rafforzare il nostro sistema produttivo”.

Il fatto è che un prelievo straordinario e forzoso, poniamo dell’1%, su 1.400 miliardi frutterebbe soltanto 14 miliardi di euro: troppo pochi.

Le stime riferiscono che il patrimonio degli italiani – comprendendo tutti gli attivi finanziari, immobiliari e liquidi, dunque qualsiasi voce dalle case ai risparmi – ammonta a circa 10mila miliardi di euro, la metà dei quali proviene dalle famiglie e il resto dalle imprese. Qui un’imposta patrimoniale dell’1% omnicomprensiva e “spalmata” su ogni categoria di beni porterebbe buoni risultati, con una raccolta di almeno 100 miliardi.

Di admin

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