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Il ministro arriva a Pescara nel corso per la giornata della “Carovana della libera circolazione” e Forza nuova, provocatoriamente, la accoglie con manifesti contro l’immigrazione.

«Kashetu Kyenge, benvenuta a Pescara». Con queste parole i militanti di Forza Nuova hanno accolto, per così dire, il ministro dell’integrazione venuta in Abruzzo per la giornata della “Carovana della libera circolazione”. 

Forza Nuova:«Il nostro è un messaggio di benvenuto»

Il messaggio di ‘benvenuto’ per il ministro Kyenge, da parte di Forza Nuova, davanti alla Provincia di Pescara è stato lasciato nella notte fra il 14 e 15 luglio. Alcuni militanti del nucleo forzanovista pescarese hanno affisso dei cappi simbolici nel perimetro esterno della Provincia di Pescara, alle cui estremità sono stati posti dei manifestini contro l’immigrazione. Con quest’azione, attuata a ridosso della partecipazione del ministro per l’integrazione Kyenge ad un dibattito proprio all’interno dell’edificio istituzionale, Forza Nuova intende ribadire, da un lato, la ferma contrarietà all’immigrazione come fenomeno d’invasione ed a qualsiasi forma di Ius Soli, mitigato o meno, e dall’altro la convinzione che in questo momento storico siano necessari dispositivi antimigratori in entrata molto più ferrei rispetto a quelli già in atto. «Nei prossimi mesi, dicono i militanti, quando la situazione economica nazionale si paleserà con un peso ed una durezza senza precedenti, il tema dell’invasione allogena non potrà non essere posto al centro del dibattito politico e, molto probabilmente, Forza Nuova si troverà a dover ingaggiare una lotta dura contro una congiunturale e permissiva presa di posizione sull’immigrazione a livello parlamentare».

Kyenge:«No comment su Forza Nuova»

«Nessun commento». Il ministro Cecile Kyenge, a margine della giornata della “Carovana della libera circolazione”, chiude così la polemica innescata dall’estrema destra a proposito dei cappi posizionati da Forza Nuova nel perimetro esterno della Provincia di Pescara per protestare contro lo ius soli.

L’Italia non è un paese razzista

«Noi insieme sicuramente ce la faremo a far vedere che l’Italia non è così perché non ne ha bisogno. Non è un attacco alla mia persona, ma credo che è l’Italia che in questo momento ha bisogno di far vedere in tutto il mondo, a tutti i nostri figli di che cosa siamo capaci e sicuramente non risponderemo mai con la violenza». Secondo Kyenge bisogna:«trovare un dialogo e una comunicazione trasparente e rispettosa verso tutti e noi questo insegnamento lo dobbiamo dare, lo dobbiamo fare per chiunque guarda gli occhi delle istituzioni con speranza».

Il ministro:«Non scendo ai livelli di Calderoli»

«Sicuramente non scendo allo stesso livello», dice il ministro, a proposito delle offese ricevute dal vicepresidente del Senato Roberto Calderoli. 
«Non è un fatto personale. Per me il caso non si è mai aperto perché non è un caso personale», ribadisce. Il ministro Kyenge, poi, rispondendo a chi le domandava se avesse intenzione di intraprendere azioni legali, ha detto:«Per conto mio, no. Le dimissioni non le richiedo. Questo – ha proseguito – non è un punto che mi riguarda. Per me il caso personale non si è mai aperto. Io pongo un’altra questione, una riflessione sul ruolo di chi riveste una carica pubblica».

Immigrazione non deve essere emergenza

Il ministro ha poi aggiunto sul tema dell’immigrazione:«Non possiamo andare avanti con una politica dell’emergenza. L’immigrazione ne sta risentendo. Noi dobbiamo riuscire a leggere dieci anni di sbarchi a Lampedusa e tradurli in una politica di prevenzione e di sistema, dare delle risposte». Poi, riferendosi al viaggio di Papa Francesco a Lampedusa ha concluso:«ci ha fatto capire che quei morti, passati invisibili per tanti anni, sono persone».

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