L’ex presidente della Camera Gianfranco Fini è stato condannato a una pena di due anni e otto mesi di reclusione, mentre la sua compagna Elisabetta Tulliani dovrà scontare cinque anni di reclusione.
Gianfranco Fini condannato a due anni e otto mesi per la casa di Montecarlo.
Il suocero Sergio e il cognato Giancarlo Tulliani hanno ricevuto rispettivamente una condanna di cinque e sei anni. Questa sentenza riguarda il loro coinvolgimento in un processo per riciclaggio collegato alla vendita di una residenza a Montecarlo. Tutti i membri della famiglia dell’ex leader di Alleanza Nazionale sono stati giudicati colpevoli.
Secondo i giudici, la responsabilità di Fini è stata associata all’autorizzazione della vendita della proprietà.
Tuttavia, Fini ha espresso il suo disaccordo con la decisione, sottolineando di non aver ben compreso il reato di cui viene accusato. Ha specificato di non aver dato il suo consenso per la vendita dell’abitazione di Montecarlo a una società legata a Giancarlo Tulliani. Fini ha anche ricordato un caso precedente in cui una situazione simile è stata archiviata.
Il caso ruota attorno alla vendita di un appartamento situato al boulevard Princesse Charlotte 14, a Montecarlo, originariamente ereditato da An. Questa transazione è avvenuta nel 2008 tramite società off-shore, coinvolgendo Giancarlo Tulliani, il cognato di Fini. Successivamente, nel 2015, l’appartamento è stato venduto per una somma molto superiore a quella iniziale.
L’indagine sulla questione è iniziata nel 2010, inizialmente per truffa, ma è stata successivamente riaperta nel 2017. Gli investigatori hanno scoperto un presunto coinvolgimento in evasione fiscale e il coinvolgimento in un affare riguardante le concessioni per le sale slot in Italia, con Francesco Corallo al centro delle attenzioni. Corallo avrebbe cercato di influenzare diverse figure politiche, incluso Fini attraverso Tulliani.
Tra le prove presentate, c’è un bonifico sospetto di 2,4 milioni di euro, che secondo l’accusa è stato trasferito da Corallo ai conti di Sergio Tulliani, suocero di Fini. La causale del bonifico, “Liquidazione per il decreto 78 del 2009”, suggerisce un’intenzione di nascondere il denaro al fisco italiano.
Sebbene molte accuse siano cadute a causa della prescrizione, il reato di riciclaggio è stato considerato non prescritto, portando alla sentenza emessa oggi.