Giuseppe Conte
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“L’Italia è stata colpita prima. Poi toccherà agli altri. Nessuno può ritenersi immune”, spiegava il presidente del Consiglio appena qualche giorno fa. Alla luce dei fatti, ora, il premier Giuseppe Conte chiede altre restrizioni, non solo all’Italia, ma anche agli altri Paesi europei.

Regole prolungate oltre il 3 aprile

Le nuove misure volte al contenimento del virus saranno prolungate dopo il prossimo 3 aprile. E, come riportato da La Stampa, il capo dell’esecutivo giallo-rosso, sicuro di aver “esportato” un modello utilizzato di contenimento utile anche da altri capi di Stato, ha chiesto ai suoi colleghi europei (connessi in videoconferenza) di agire ancora di più.  

Un metodo comune

Non c’è dubbio per il presidente del Consiglio che la risposta “deve essere comune”, proprio per evitare di esporre l’Europa alle reazioni dei mercati. Un segnale che deve arrivare quanto prima: “Un ritardo sarebbe letale per tutti e per questo irresponsabile”. Le diplomazie, tra l’altro, starebbero lavorando a una proposta che potrebbe essere cambiare anche le strutture dell’Unione europea.

La proposta di Conte

Sono due gli strumenti da mettere in campo secondo il premier italiano per far fronte alla pandemia in Europa. Il primo il ‘coronavirus-bond’, ovvero un fondo di garanzia europeo in grado di finanziare “con urgenza tutte le iniziative dei singoli governi per proteggere le proprie economie”. Tra le “richieste” del presidente Conte nei confronti dell’Europa c’è anche quella di un continente più unito (soprattutto nella lotta all’epidemia), che condivida vaccini sperimentali, ma anche la produzione di materiale sanitario quando necessario e una formazione politica che si mostri più solidale.

L’Italia in attesa del picco

La speranza, comunque, è che la curva dei positivi si fermi. In caso contrario, se il picco dovesse esserci entro domenica prossima, le disposizioni date dall’esecutivo nelle ultime settimane potrebbero avere avuto esiti positivi. Una settimana, questa, decisiva. Ma, come fatto intendere dalle autorità e dagli esperti, la data del 3 aprile non sancirà la riapertura delle attività o un ritorno alla normalità.

Chiusure prorogate

Potrebbe essere necessario un prolungamento della chiusura delle scuole e tutti i divieti per le attività non essenziali. Come riportato anche dal quotidiano, la Cina, con le sue riaperture dilazionate nel tempo, potrebbe aver evitato la diffusione di una nuova forma di epidemia.  

Di admin

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