Governo Meloni: giornalisti portavoce che ora tornano nelle redazioni. E in Rai.
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Dalle redazioni dei giornali hanno fatto il salto nelle stanze del potere politico. E ora tornano di nuovo nelle redazioni a scrivere di politica.

Governo Meloni. Due dimissioni in un giorno. Si dimette Giovanni Sallusti, il portavoce del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. Motivi personali e familiari, la versione ufficiale. Ieri ha lasciato anche Marina Nalesso, la portavoce del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. Torna al Tg2, la testata diretta da Sangiuliano prima della nomina a ministro. Già nelle scorse settimane erano andati via il portavoce di Adolfo UrsoGerardo Pelosi, e il capo di gabinetto del ministro delle Riforme, Maria Elisabetta CasellatiAlfonso Celotto, pure lui “per ragioni personali”.

Trattative in atto

E non finisce qui. Perché per un giornalista che va via altri ne arrivano. Mario Sechi, attuale direttore dell’Agi, dopo un lungo tira e molla, è stato visto entrare a palazzo Chigi. Un probabile portavoce del governo Meloni. Più consigliori che addetto stampa, però. Giorgia Meloni, che ha portato a palazzo Chigi come consigliere la sua storica portavoce, Giovanna Ianniello, vuole rafforzare la sua comunicazione. E da tempo cercava una figura capace di dialogare con l’establishment.

A Urso è andata più male. Si è separato dal portavoce, Gerardo Pelosi, già firma economica del Sole 24 ore, e dalla responsabile della sua segreteria, Valentina Colucci, che in passato aveva collaborato con i ministri Vittorio Colao e Federico D’Incà. Entrambi hanno lasciato, a fine gennaio, il ministero delle Imprese e del Made in Italy di via Veneto.

Giovanni Sallusti, 40 anni, ha lasciato dopo che Valditara è finito sotto accusa per l’annunciata punizione della preside fiorentina, che aveva scritto una lettera in cui denunciava il pestaggio squadrista. È nipote del direttore di Libero, Alessandro. Proprio a Libero aveva iniziato la sua carriera di giornalista.

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