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L’amministratore di Sant’Ambrogio non le manda a dire a Piero Fassino che, qualche giorno fa, aveva bollato i No-tav come violenti estremisti. “Si dimetta da sindaco di Torino e si candidi in uno dei Comuni della Val di Susa per conoscere la gente” ha, tra l’altro, aggiunto Galliano.

L’amministratore di Sant’Ambrogio non le manda a dire a Piero Fassino che, qualche giorno fa, aveva bollato i No-tav come violenti estremisti. “Si dimetta da sindaco di Torino e si candidi in uno dei Comuni della Val di Susa per conoscere la gente” ha, tra l’altro, aggiunto Galliano. 

In effetti l’unico sindaco al mondo che si taglia con un grissino, forse per l’aria americana che ha respirato per un po’ o forse per la difficile digestione del menu di Mc Donald’s, ha usato parole non propriamente democratiche nei confronti del movimento valsusino. «C’è stato un cambiamento – ha detto Fassino – di composizione del movimento No Tav: all’inizio aveva delle radici in valle, oggi è un movimento di tipo antagonistico molto estremo e radicale, che non esita a ricorrere alla violenza, e questo è molto grave». Il primo cittadino grissino in visita istituzionale a New York (pensate un po’ come siamo messi) ha aggiunto:«È del tutto legittimo non essere d’accordo sulla costruzione del Tav, non è legittimo usare la violenza per dirlo. La violenza va contrastata in tutti i modi». Poi, per farsi ancora del male, termina dicendo:«Il progetto che aveva suscitato proteste è stato ridisegnato e modificato, ed è molto meno impattante, tanto è vero che diversi sindaci della valle che all’inizio erano contro il Tav, ora non lo sono più. Il movimento No Tav contesta l’alta velocità in val di Susa come contesta qualsiasi altra grande opera di per sé». L’opera è stata talmente accettata che la Francia, nonostante i trombietteri di partito come “Repubblica” abbiano riportato che Hollande sia d’accordo con l’opera, ha detto di rimandare alle Camere l’accordo sottoscritto qualche giorno fa tra Francia e Italia.

«Ho letto le sue parole pronunciate da New York in merito al movimento NO TAV – commenta Mauro Galliano – ma io molto più sommessamente le rispondo da Sant’Ambrogio di Torino dove sono Amministratore. A riguardo del cambiamento che secondo lei è avvenuto nel movimento no tav – aggiunge – è molto grave che un politico della sua statura (fisica) continui a screditare e generalizzare milioni di persone che in tutta Italia simpatizzano e solidarizzano con il movimento no tav riconducendo il tutto alle azioni violente (nella maggioranza dei casi né rivendicate né attribuite al movimento) senza mai essere capace di entrare nel merito del problema con dati e  numeri». L’amministratore valsusino affonda la lama:«È come se un politico della mia statura (1 metro e 80, quindi molto più basso di lei) sostenesse che il suo partito ha subito un cambiamento dopo che si è accorto di “avere una banca” o più recentemente di avere una nota esponente invischiata negli scandali legati al TAV o di tesserare indiscriminatamente a destra e a manca per far cambiare rotta. Io credo – precisa – che solo una piccola minoranza insignificante del partito democratico ha voluto, goduto e subito in silenzio questi “cambiamenti”. A differenza di altri gruppi, schieramenti, movimenti o partiti, il movimento gode di una vita ultraventennale senza aver mai dovuto cambiare nome, senza essersi mai vergognato della propria bandiera e soprattutto senza essersi mai piegato all’avversario. Ognuno è libero di scegliersi la propria “brutta piega” o “strada sbagliata” che vuole. Dal mio punto di vista la brutta piega e la strada sbagliata la stanno percorrendo chi come lei è tra i principali responsabili del dirottamento di denaro pubblico a favore del TAV o dell’acquisto dei cacciabombardieri sottraendolo alla sicurezza nelle scuole, alla ricostruzione delle aree terremotate, alla messa in sicurezza del territorio e alla prevenzione dalle calamità, alla sanità, alla ricerca, al trasporto pubblico». Quindi Galliano invita Fassino a festeggiare:«con quei Sindaci che a suo dire hanno cambiato idea ed ora sono diventati a favore del TAV che intanto il resto d’Italia continua a morire di fame. Fra pochi mesi ci saranno le elezioni amministrative oltre al fiato ci metta anche la faccia e venga a candidarsi a Sindaco in qualche comune della Valle. Se ritiene che il TAV rappresenta la salvezza del Piemonte e dell’Italia intera, per il bene di tutti, sacrifichi la sua carriera e il suo prestigio da Sindaco di Torino e presidente dell’Anci. Una sua vittoria in qualche comune (ora no tav) sarebbe un bel colpo mediatico e darebbe una bella spinta in avanti al progetto. Se proprio ci tiene! Da Sant’Ambrogio di Torino a New York  passo e chiudo».

ZdO

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