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Verrebbe da dire che, come sempre, tutto cambia per non cambiare. A Roma, a quanto pare, a non cambiare sono i soliti comportamenti dei dipendenti pubblici.

Sono quasi tremila i dipendenti non si presentano al lavoro, ovvero il 12,6% del totale. Insomma, una “malattia” che nemmeno la nuova amministrazione Raggi, al momento, non ancora riesce a guarire. Anche perché, si sa, la guerra va combattuta su più fronti: contro i dipendenti pubblici ma anche contro i sindacati che, probabilmente, chiudono più di un occhio davanti a certi comportamenti.

I numeri, però, sono lì a dirci, come se ce ne fosse ancora bisogno, che il settore pubblico continua ad essere un peso per la comunità, una zavorra di cui ci si dovrebbe liberare al più presto. Un po’ come le società partecipate del Comune di Roma in cui i soliti dipendenti chiedono giorni per malattie e permessi legati alla 104.

Tutto regolare? Manco per niente visto che c’è chi usufruisce di fantasiose licenze, come quelle per andare a messa o per fare il trasloco. D’altronde perché negare la libertà di culto nelle ore di lavoro?

Peccato che per questi comportamenti a pagare siamo noi, gente che produce. Paghiamo 2886 dipendenti pubblici per non fare nulla. Quasi tremila persone che sul posto di lavoro, vuoi per un motivo o vuoi per un altro, non c’è. Pensate che ben 2500 arrivano da Atac e Ama, come emerso da un’inchiesta de ‘Il Messaggero’ che riepiloga numero e percentuali di assenze. 

Il primato dell’assenteismo, secondo i dati, finisce ad Ama, la municipalizzata dei rifiuti, che nell’ultimo report trimestrale sulle assenze “vanta” un 14,9%. A seguire Aequa Roma, Equitalia del Campidoglio con assenze che sono del 14,2%.

All’Atac, l’azienda dei trasporti pubblici romani, il tasso di assenza è invece del 12,1%, il doppio della partecipata milanese, la Atm. Su 12mila dipendenti, poco più 1.400 lavoratori restano a casa giornalmente. Di questi, 750 sono autisti o macchinisti.

All’Adir, Mutua assicuratrice di cui Roma Capitale possiede il 74%, le assenze sfiorano il 10 per cento. E non è finita. Risorse per Roma, la partecipata che gestisce il patrimonio immobiliare del Comune, i 640 dipendenti fino a un paio di anni fa godevano di 40 ore di permessi l’anno per le visite mediche di nonni, fratelli e nipoti e senza obbligo di giustifcazione oraria. Permesso abolito dall’attuale presidente e a.d. Massimo Bartoli che ha riportato il tasso di assenze della municipalizzata capitolina al 4%. Peccato che Bartoli si sia dimesso. 

Una percentuale di assenze che, invece, raggiunge picchi imbarazzanti tra le altre aziende del Campidoglio, dove l’assenteismo è dato non solo dalle malattie, ma anche nella miriade di permessi e congedi vari.

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