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A parole siamo tutti bravi a parlare di rivoluzione e di lotta. Poi, però, quando scendiamo nella realtà dei fatti, le cose appaiono molto diverse.

Il governo giallo-verde, tutti i giorni e a qualsiasi ora, attraverso blog e tv, racconta di un’Italia che sta lentamente cambiando. La narrazione della realtà è questa. Poco importa se piccoli imprenditori, anziani e giovani non ancora percepiscono il cambiamento, l’importante è dare fiducia a “questi ragazzi che hanno voglia di fare e di riscatare questo Paese” si legge un po’ ovunque. Fatto è che di tempo ne sta passando e si continua a fare quasi esclusivamente la politica del barcone: di Flat tax, di accise sui carburanti, di saldo a stralcio sulle cartelle esattoriali, per dirne alcuni, le informazioni non sono ancora pervenute.

I fatti, comunque, non lasciano presagire chissà quali cambiamenti visto che, nonostante lo spoil system, donne e uomini di una certa potenza politica, sono rimasti nei posti chiave.

Alfonso Celotto, ad esempio, è un costituzionalista che è stato capo dell’ufficio legislativo della ministra Federica Guidi, governo Renzi. Prima ancora con Trigilia, governo Monti e con Fabrizio Barca. Ancor prima con Giulio Tremonti e Roberto Calderoli, governo Berlusconi. Andando ancora indietro è stato al fianco di Emma Bonino nel governo Prodi. Come se non bastasse, Celotto, come avvocato ha difeso il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, l’ex ministro berlusconiano Pietro Lunardi, nonché i consiglieri piemontesi della Lega nord nella causa costituzionale elettorale fra Mercedes Bresso e Roberto Cota. E come dimenticare la difesa fatta ai dipendenti di Camera e Senato che protestavano contro i tagli dei loro emolumenti?

Celotto nel governo del cambiamento è, manco a dirlo, Capo di gabinetto del ministero della Salute. Un ruolo chiave.

Cristiano Ceresani, genero di Ciriaco De Mita, è stato capo dell’ufficio legislativo di Maria Elena Boschi ed estensore delle norme sulle unioni civili aborrite dai leghisti.

Ceresani è stato nominato capo di gabinetto di Lorenzo Fontana, il ministro della Famiglia.

Erika Stefani, ministra leghista degli Affari regionali, ha scelto come responsabile del proprio gabinetto Marco Cerase: ex capo della segreteria della ex presidente della Camera Laura Boldrini.

Carlo Deodato è stato invece chiamato dal ministero delle Politiche europee Paolo Savona. Deodato è ex braccio destro di Renato Brunetta.

Giuseppe Chiné, già capo di gabinetto della ex ministra della Salute Beatrice Lorenzin, e prima ancora nello staff di Giulio Tremonti, è stato ripiazzato dall’attuale ministro dell’Istruzione Marco Bussetti proprio come capo di gabinetto.

Vito Cozzoli, il capo di gabinetto di Federica Guidi, è stato graziato e addirittura promosso da Luigi Di Maio con doppio incarico: capo di gabinetto dei suoi due ministeri, Sviluppo economico e del Lavoro.

Non dimentichiamo, poi, che le conoscenze oggi contan più dell’epoca democristiana. Di Maio, infatti, ha sistemato a capo della sua segreteria Assunta “Assia” Montanino. Per caso, ma solo per caso, anch’ella di Pomigliano.

Marco Penna, invece, è stato scelto dal ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio come capo dell’ufficio legislativo. Penna è stato, udite, udite, consigliere della giunta capitolina dell’ex ministro dell’Agricoltura Gianni Alemanno, fino all’assunzione prima in Farmacap e quindi all’Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici di Roma capitale come vice presidente vicario. E sempre nello staff di Centinaio c’è anche Luciano Nieto, direttore dell’Unione agricoltori di Pavia. Nel 1990, era assessore a Santa Margherita Ligure con la Democrazia cristiana, allora guidata da Arnaldo Forlani.  

Gino Scaccia, giudice costituzionale nominato nel 1996 su indicazione di Silvio Berlusconi, è il capo di gabinetto del ministro alle Infrastrutture Danilo Toninelli.

Pier Luigi Petrillo ed è il capo di gabinetto del ministro dell’Ambiente Sergio Costa. Petrillo, manco a farlo apposta, proviene dalla corte del governatore della Campania Vincenzo De Luca. Petrillo è stato fino a pochi giorni fa capo dell’ufficio legislativo della Regione. 

È il governo del cambiamento, bellezza! Il governo del cambiamento! E tu non puoi farci niente! Niente!

 

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