Sono ben 16,3 i miliardi di deficit in più rispetto a quest’anno, tutto il resto è coperto con maggiori entrate comprese le microtasse che da sole valgono 2 miliardi di euro. A pagare il conto più salato saranno imprese e partite Iva, ma anche i singoli cittadini rischiano in molti casi un bel salasso.
La legge di Bilancio per il prossimo anno è pronta
La Ragioneria l’ha “bollinata” (119 articoli e 90 pagine in tutto) ed ora inizia l’iter parlamentare. Il punto centrale resta l’azzeramento degli aumenti Iva per 23 miliardi, ma ci sono anche 3 miliardi per il taglio del cuneo e oltre 4 (in 3 anni) destinati al Green new deal. Poi ci sono gli interventi con tasse grandi e piccole: la plastic tax produrrà 1,1 miliardi di maggiori entrate, 233 invece la sugar tax. La stretta sulle auto aziendali farà salire il gettito di altri 332,6 milioni (387,4 nel 2021 e 278,8 nel 2022).
Moneta elettronica e detrazioni
Altri apporti corposi arrivano poi da altre misure fiscali, come l’obbligo di pagare con moneta elettronica per ottenere le detrazioni del 19% (868 milioni nel 2021 e 496 nel 2022), il differimento di deduzioni come la svalutazione e le perdite sui crediti dall’Ires (986 milioni) e l’estensione al 2020 dell’imposta sostitutiva sulla rivalutazione di partecipazioni e terreni, salita all’11%, altri 823 milioni. Altri 341 milioni arriveranno dalla stretta sui concessionari autostradali.
Partite IVA
Ben 894 milioni arriveranno dal forfait al 15% per le partite Iva nel 2021 e 568 nel 2022 soprattutto per effetto del divieto di cumulo con redditi da lavoro dipendente sopra i 30mila euro. Con lo stop alla flat tax sopra i 65 mila euro che doveva scattare dal 2020, invece, lo Stato ‘risparmia’ 154 milioni nel 2020, 2,5 miliardi nel 2021 e 1,5 nel 2022 quando la norma sarebbe entrata a regime.
Contratti pubblici
Nel capitolo spese ai rinnovi dei contratti pubblici vanno 1,6 miliardi in due anni, l’abolizione superticket costa 554 milioni, 240 il bonus facciate. Al bonus bebè vengono destinati 190 milioni in più che portano il totale disponibile a 520 milioni. La cedolare secca sugli affitti a canone concordato resta al 10%, ma questa misura costa 200-220 milioni l’anno, finanziati con aumenti di altre tasse.