Il governo sposterà le accise sui nuovi carburanti. Elettrico compreso
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Se il futuro della mobilità sarà elettrico, si prospetta un problema per l’Erario. Anzi, un vero e proprio buco.

Il governo sposterà le accise. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, è ben consapevole di questa situazione: “Pensate all’impatto che l’elettrificazione avrà sullo spostamento delle accise dai carburanti tradizionali alle nuove fonti di energia. Non si tratterà solo di una riduzione del gettito, ma di una significativa traslazione. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha già iniziato a lavorare su questo tema, anche in considerazione dell’aggiornamento della normativa europea sulla tassazione dei prodotti energetici”, ha dichiarato Giorgetti durante un intervento in video collegamento all’Automotive Dealer Day presso la Fiera di Verona. Ha aggiunto che il governo sta riflettendo sulla necessità di adattare le basi imponibili alla trasformazione del sistema economico.

In Italia, gettito sopra i 26 miliardi

Per comprendere l’importanza delle accise sui carburanti per lo Stato, è utile esaminare uno studio de LaVoce.info riferito al 2019, l’ultimo anno prima della pandemia e della guerra in Ucraina. In una situazione normale, le imposte sui carburanti per autotrazione hanno garantito ai paesi UE un totale di 170 miliardi di euro. In questo contesto, con un gettito di 26,2 miliardi di euro, l’Italia si posiziona al terzo posto dopo Germania (36,7 miliardi) e Francia (31,3). Secondo i dati di Quintegia, riportati dal Corriere, nel 2022 il carico fiscale sull’auto in Italia è stato pari a 71 miliardi di euro, di cui 31,9 miliardi derivanti dai carburanti, 55 miliardi dalle spese di utilizzo del veicolo e 12,3 miliardi dall’IVA su manutenzione, ricambi e pneumatici.

L’attacco all’Europa

Davanti a un pubblico che chiede al governo di non ridurre i fondi per il settore automotive e di migliorare la fiscalità, ad esempio per le auto aziendali, Giorgetti ha criticato l’Unione Europea. Di fronte alle politiche industriali di Stati Uniti e Cina, che dispiegano massicci sussidi per l’automotive, l’UE dovrebbe cambiare strategia e non puntare esclusivamente sulla regolamentazione. Ha sottolineato la necessità di una revisione dei regolamenti del settore, chiedendo che la nuova Commissione affronti questo passaggio con realismo per ridisegnare il percorso.

“L’automotive deve diventare uno dei pilastri della politica per la competitività europea, da finanziare con nuovi strumenti di capacità fiscale europea oltre il PNRR”, ha affermato Giorgetti. Secondo il ministro, “l’automotive è l’emblema di come non si sono fatte politiche industriali europee negli ultimi dieci anni”.

Giorgetti ha concluso ribadendo che “nessuno mette in discussione” gli obiettivi della transizione energetica e della decarbonizzazione del settore dei trasporti, ma ha sottolineato che “proprio la serietà degli obiettivi imporrebbe una strategia organica”. Al momento, però, “i target di elettrificazione al 2035 non stanno avendo effetti risolutivi né sulla domanda né sull’offerta di veicoli elettrici”.

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