Ilaria Salis: l'agguato antifascista e le manette in tribunale
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Ilaria Salis è una donna italiana di 38 anni, arrestata l’11 febbraio in Ungheria dopo aver partecipato a una manifestazione antifascista.

Ilaria Salis. Nata a Monza, cresciuta in Brianza, si è diplomata con il massimo dei voti in un liceo classico e successivamente ha fondato un centro sociale a Monza.

Il suo impegno sociale e politico l’ha portata a Budapest. Lì l’arresto con l’accusa di quattro aggressioni, due delle quali sono state successivamente ritirate. È anche accusata di appartenenza alla Hammerbande, un gruppo antifascista tedesco. Rischia fino a 24 anni di prigione, con la procura di Budapest che ne ha richiesti 11.

Ilaria Salis ha sempre dichiarato la sua innocenza, rifiutando un patteggiamento a 11 anni. Ha chiesto di visionare i video dell’arresto, accedere agli atti del processo tradotti in italiano e ha denunciato le condizioni detentive, tra cui abiti sporchi e mancanza di assorbenti. La sua storia è emersa nel dicembre 2023, diventando un caso politico.

Il filmato di BILD

La Bild, popolare quotidiano tedesco, parla di sei arresti.Tra questi cinque sono tedeschi, la sesta è lei, Ilaria Salis che si continua a proclamare innocente e viene portata in aula in condizioni umilianti. Salis rifiuta una sorta di patteggiamento a 11 anni. L’altro coimputato si dichiara invece colpevole e accetta una pena molto più bassa, tre anni. È Tobias Edelhoff, arrestato su un taxi l’11 febbraio scorso, proprio insieme a Salis e alla terza imputata per cui pure il processo prosegue. È un punto investigativo molto importante: Edelhoff non era accusato di fatti specifici, ma basta navigare su internet per scoprire che era già nel mirino della magistratura tedesca e il suo nome riporta proprio alle imprese della banda nata in Germania nel 2015.

Agguati e attentati vanno avanti da quel periodo, ma la polizia tedesca ha operato sempre con mano leggera, arrestando solo la presunta leader della formazione, Lina Engel, poi scarcerata e ora sotto processo. La polizia ungherese invece ha preso un’altra strada, più muscolare, cercando di disarticolare l’organizzazione.

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