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I carabinieri del Nucleo antidroga di Chieti hanno sequestrato 32 chilogrammi di droga nel vastese. L’hascisc era destinato alla riviera. La zona, come denunciamo da tempo, è sotto il controllo di veri e propri boss della criminalità che usano albanesi e rumeni per la manovalanza.

I carabinieri del Nucleo antidroga di Chieti hanno sequestrato 32 chilogrammi di droga nel vastese. L’hascisc era destinato alla riviera. La zona, come denunciamo da tempo, è sotto il controllo di veri e propri boss della criminalità che usano albanesi e rumeni per la manovalanza. Stupisce che solo un servizio speciale dai carabinieri del Nucleo antidroga di Chieti sia riuscito ad intercettare una Mercedes di un operaio albanese residente a San Salvo. L’uomo è stato fermato al casello Vasto-Sud mentre imboccava la strada verso casa.

L’auto è stata fermata per normali controlli e, insospettiti, i militari hanno successivamente deciso di controllare il bagagliaio della Mercedes.
I 32 chilogrammi di droga trovati sono stati sequestrati e l’albanese accompagnato nel carcere di Torre Sinello a Punta Penna a disposizione della magistratura. 
 
Gli investigatori tentano di capire se Koroveshi Erjon abbia agito per conto suo o per mezzo di altri. Difficile pensare che l’albanese abbia agito per proprio tornaconto visto che il valore della droga sequestrata è di 300mila euro. L’uomo sarebbe stato in grato di rifornirsi della gran quantità di stupefacenti? Da chi? Soprattutto come? Appare strana l’ipotesi che l’uomo non abbia avuto collegamenti per ‘intercettare’ questa gran quantità di hascisc.

Stefano Moretti, dell’Osservatorio Antimafia della Regione Abruzzo, si dice preoccupato per tale situazione. «Anche con l’arresto di oggi è chiaro a tutti che a Vasto esiste un problema criminalità e che può essere definita, senza mezzi termini, una nuova mafia». Dure le parole di Moretti anche nei confronti del vice Questore Cesare Ciammaichella che lo invita a:«riflettere un po’ di più sulla problematica di Vasto. Non sono io il nemico delle istituzioni – precisa Moretti – ma i boss che fanno affari con la droga e il pizzo». Poi aggiunge:«Spero, a questo punto, che Ciammaichella faccia un passo indietro e riconosca che il sottoscritto non è un pazzo ma una persona che guarda in faccia la realtà e propone soluzioni. Vasto – prosegue Moretti – è crocevia di droga e affari sporchi che vengono consumati con la collaborazione delle grandi associazioni mafiose: ‘Ndrangheta, Sacra Corona Unita, Cosa Nostra e Camorra. I traffici si estendono capillarmente in tutta la regione grazie alle famiglie di alcuni rom presenti ovunque». Moretti propone:«una collaborazione interforze per abbattere definitivamente il problema criminalità. Serve un pool di magistrati che coordino le azioni da eseguire tra Pescara e Vasto perché, lo ricordo, il problema è anche su Pescara dove si riversano milioni di euro di droga». Poi un attacco al prefetto di Vasto Fulvio Rocco De Marinis:«È inconcepibile che continui a negare l’evidenza dicendo che Vasto è zona sicura. Lui è un negazionista inqualificabile. Lo dico pur avendo pagato personalmente per le mie  posizioni, non solo con minacce ma anche con ritorsioni da parte delle istituzioni e degli stessi negazionisti». 
 
Se a Moretti è stato riservato questo trattamento siamo convinti che prima o poi pagherà con la vita. Perché le istituzioni non lo ascoltano? Eppure è evidente che a Vasto sta sorgendo la quinta mafia perché supportata dalle altre quattro. Non dimentichiamo che ad ad Avezzano opera la Camorra, ad Aquila Camorra, ‘Ndrangheta e Cosa Nostra e a Pescara sarebbe al centro di un crocevia di traffico internazionale. 

Di cosa vogliamo parlare?

Sul caso interviene anche Riccardo Alinovi dell’associazione Codici:«Sono spaventato di ciò che sta avvenendo a Vasto. La politica non solo è assente ma evita di occuparsi del dramma che i cittadini stanno vivendo». Poi aggiunge:«È comune sensazione che gli interessi in città si stanno spostando dal settore edile, usato per anni per ripulire soldi, al settore della droga: piccolo investimento vuol dire anche piccolo rischio ed enorme guadagno». Poi una riflessione:«Non vorrei pensare che ci fossero complicità politiche sulla vicenda».


di Antonio Del Furbo 

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