Spread the love

Ha toccato anche l’Abruzzo un’operazione antimafia condotta dai carabinieri di Palermo, denominata “Alexander” che ha colpito con 24 fermi il mandamento mafioso di Porta Nuova.

Ha toccato anche l’Abruzzo un’operazione antimafia condotta dai carabinieri di Palermo, denominata “Alexander” che ha colpito con 24 fermi il mandamento mafioso di Porta Nuova. I carabinieri della Compagnia di Alba Adriatica, infatti, stamane hanno apposto i sigilli ad un distributore di carburanti sulla strada provinciale 259 di Martinsicuro, facente capo, secondo le indagini, a una società riconducibile ad alcuni mafiosi. I beni sequestrati ammontano, in tutto, a circa 3 milioni di euro.

I nomi degli arrestati

I carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Alba Adriatica (Teramo) hanno arrestato Giovanni Alessi, 37 anni, di origine palermitana ma domiciliato ad Alba Adriatica (Teramo). L’uomo, stamane intorno alle 4, è stato prelevato dalla sua abitazione in quanto raggiunto dal mandato di arresto della magistratura siciliana che indaga sul traffico internazionale di stupefacenti. Il nome di Alessi sarebbe riconducibile alla società  titolare del distributore carburanti a Trioila , del valore di un milione di euro, situato presso il Centro Commerciale a Il Grillo di Martinsicuro, sequestrato nella ambito della operazione “Alexander” . Per tutta la giornata di ieri, durante la quale i carabinieri di Palermo e Alba Adriatica si tenevano in stretto contatto per pianificare i dettagli della operazione che sarebbe scattata di li a poco, sono stati tenuti sotto stretta osservazione i movimenti di Alessi.

L’operazione parte da Palermo

Alessandro D’Ambrogio è il boss di Porta Nuova nonché il nome più influente dei 24 fermati la notte scorsa nel blitz antimafia dei carabinieri del nucleo investigativo di Palermo. Con lui, a Ballarò, il suo regno, è stato arrestato anche Antonino Seranella, che di D’Ambrogio era il braccio destro.

Chi è D’Ambrogio

Erede di una famiglia specializzata nel settore delle pompe funebri a Palermo che rappresenta una vera e propria potenza. Il suo curriculum più recente ha già riportato una condanna per associazione mafiosa e dal 2011 è in libertà. Due mesi dopo D’Ambrogio già pianificava strategie future in un noto ristorante con pezzi da novanta arrivati da tutte le città.
D’Ambrogio è l’erede di una famiglia di imprenditori che a Palermo è una vera potenza nel settore delle pompe funebri. Ha già scontato una condanna per associazione mafiosa e dal 2011 era in libertà. Ma due mesi dopo la scarcerazione era già a pranzo con il gotha di Cosa nostra, al ristorante “Ma che bontà” di via Emilia. Questo dicono le indagini dei carabinieri: il 7 giugno 2011, attorno a quel tavolo c’erano mafiosi che arrivavano da tutte le parti della città. 

L’uomo del rispetto

Aveva il compito di far rispettare le regole di Cosa nostra. E allora: vietato partecipare al matrimonio di una nipote di un uomo d’onore con un ragazzo che aveva parenti tra le forze dell’ordine. Nonostante invitati, nessuno dei mafiosi e dei loro familiari partecipò a quel matrimonio.

Il settore del “pizzo” in crisi

Le vittime denunciano e il settore diventa sempre più pericoloso e meno remunerativo. Da qui il gran ritorno del traffico di stupefacenti, direttamente con il Sudamerica, con guadagni notevolissimi che rimpinguano le casse dell’organizzazione ma consentono anche di far lavorare tanti galoppini di Cosa nostra. Giacomo Pampillonia inviava i messaggi intimidatori tramite i social network.

Oltre al pizzo lo spaccio

In tempi di crisi bisogna ingegnarsi per trovare nuove fonti di reddito. Così, da Porta Nuova, è partita un’alleanza tra le famiglie per gestire le piazze dello spaccio. Durante l’operazione sono stati sequestrati beni per tre milioni di euro.
 
Le accuse sono di associazione per delinquere di stampo mafioso e traffico internazionale di stupefacenti. Le indagini hanno consentito, infatti, di ricostruire gli assetti e le dinamiche criminali del mandamento mafioso di Porta Nuova, individuandone capi e gregari.

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Segnalaci la tua notizia