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Uomini, donne e bambini hanno dato il loro contributo per una battaglia di civiltà e rispetto verso la nostra regione

È guerra di cifre sulla manifestazione di sabato scorso contro il progetto Ombrina mare. Secondo gli organizzatori, più che soddisfatti della riuscita, hanno partecipato oltre 40 mila persone; secondo la Prefettura poco meno di 10 mila. Ambientalisti, cittadini, politici, mondo produttivo della regione tutti contro l’imposizione dall’alto della strategia petrolifera. Migliaia di persone che lavorano e producono in Abruzzo e che, un eventuale progetto di queste dimensioni, colpirebbe al cuore i propri interessi economici e lavorativi. «La deriva petrolifera non solo minaccia il futuro dei cittadini abruzzesi, colpirebbe il loro presente», hanno detto i promotori a fine corteo, «in una regione che produceva già nel 2011 il 42% dell’energia elettrica da fonte rinnovabile». 

Ad aprire il corteo, lungo oltre 800 metri, c’erano Wwf e Legambiente con un lungo striscione: «no trivelle in Abruzzo, né in mare né sulla terra». 
Tantissimi i cartelli esposti dai manifestanti: «riprendiamoci il futuro», «basta col ricatto lavoro- salute», «ce l’abbiamo già la trivella d’Abruzzo» con foto della pornostar Rocco Siffredi annessa. E poi ancora «non vogliamo essere espropriati come gli indiani», «Medoil+ Clini+ Passera+ Chiodi =disastro ambientale», «le lobby inquinano la Regione complice», «no al petrolio sì ai trabocchi», «giù le mani dal mare, ora decidiamo noi», «Ombrina mai».

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