Messina Denaro, il boss che saltava le liste d'attesa
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L’indagine ha portato in carcere un tecnico radiologo dell’ospedale di Mazara del Vallo, ma si cercano altri complici.

Alla fine del 2020, Matteo Messina Denaro, latitante e capo della mafia siciliana, ha ricevuto un trattamento medico straordinario presso l’ospedale pubblico Abele Ajello di Mazara del Vallo. Nonostante le lunghe liste d’attesa, le procedure mediche sono state accelerate a suo vantaggio, con una Tac programmata in tempi record per il 10 novembre, preceduta da un ricovero nel reparto di Chirurgia. Le indagini dei carabinieri del Ros hanno rivelato la complicità di Cosimo Leone, il tecnico radiologo responsabile della Tac, che è stato successivamente arrestato.

Questo episodio sconcertante mette in luce un sistema di favoritismi e connivenze che circondano il boss mafioso.

Leone ha manomesso il proprio turno di lavoro per effettuare l’esame per Messina Denaro, agendo in stretto contatto con Andrea Bonafede, un fidato collaboratore del latitante. Dopo l’operazione, Messina Denaro è stato dimesso dall’ospedale e ha proseguito il suo percorso di cure, incluso un appuntamento oncologico all’ospedale Sant’Antonino Abate di Trapani.

Le indagini della procura di Palermo evidenziano una rete di complicità che ha agevolato la latitanza di Messina Denaro per trent’anni. Tuttavia, nonostante gli sforzi investigativi, l’omertà persiste, con poche informazioni spontanee fornite dalle persone coinvolte nella fornitura delle cure al latitante. La vice presidente dell’Associazione italiana malati di cancro, Elisabetta Iannelli, ha condannato aspramente questo trattamento preferenziale, definendolo indegno e dannoso per l’integrità del sistema sanitario pubblico.

Le indagini continuano, con sospetti che si estendono non solo alle strutture sanitarie pubbliche, ma anche a professionisti che potrebbero aver prestato assistenza a Messina Denaro nei loro studi privati. Questo scandaloso caso di favoritismo sottolinea la necessità di ulteriori controlli e misure preventive per evitare abusi simili in futuro.

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