Metaverso, la nuova filiera della finanza digitale
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Il metaverso è un termine che viene utilizzato per descrivere un possibile futuro della realtà virtuale. Dove gli utenti interagiscono in un ambiente immersivo condiviso, simile ad un mondo virtuale, in cui i confini tra il mondo reale e quello virtuale si sfumano.

Metaverso. In questo ambiente immersivo, gli utenti possono creare e personalizzare i loro avatar, socializzare, fare acquisti, partecipare ad eventi e svolgere attività simulate.

Il concetto di metaverso è stato introdotto per la prima volta nel romanzo di fantascienza “Snow Crash” di Neal Stephenson nel 1992. Recentemente è stato rilanciato grazie alla popolarità delle piattaforme di realtà virtuale come Oculus di Facebook e degli sviluppi in tecnologie di intelligenza artificiale e blockchain.

Molte aziende stanno investendo nella creazione di un metaverso, tra cui Facebook, Microsoft e Epic Games. Tuttavia, ci sono anche preoccupazioni riguardo alla privacy, alla sicurezza e alla possibilità di perpetuare le disuguaglianze sociali all’interno del metaverso.

La Banca centrale europea ha continuato a lavorare all’introduzione dell’Euro digitale.

E nel nostro Paese sono state avviate iniziative in modo strutturato con il contributo dei regolatori (Mef, BdI, Consob). Il periodo un po’ burrascoso del mondo crypto ha esposto con ancora più forza l’importanza della regolamentazione. Gli investimenti su metaverso e web 3.0 hanno avuto un impatto significativo nella diffusione di altre forme di digital asset, coinvolgendo altre industrie come moda e arte nella creazione di nuovi spazi digitali.

Banche e istituzioni finanziarie hanno accelerato investimenti e progetti in quest’ambito come se i segnali di “fallimento” del mondo crypto, da Terravision a Ftx, abbiano rafforzato la transizione delle logiche DeFi regolamentate. A confermarlo è stato anche Micheal Shaulov, fondatore dell’americana Fireblocks, azienda che offre una delle maggiori piattaforme al mondo per la custodia di asset digitali e che lavora con alcune delle più grandi banche internazionali.

Stefano Favale, Executive Director Head of GTB di Intesa Sanpaolo, siede nel Market Advisory Board della Bce sull’euro digitale: “In Usa – commenta – stanno lavorando sul tema del dollaro digitale, soprattutto in ottica di pagamenti crossborder, e lo stanno facendo velocemente, anche per recuperare il ritardo rispetto alla Cina che è più avanti. La Bce ha varato un progetto importante che, se confermato dal Governing Council nel corso del 2023, porterà entro il 2026 ad avere l’euro digitale a disposizione dei cittadini. Gli intermediari avranno un ruolo fondamentale nella distribuzione dell’euro digitale, perché i wallet saranno associati a conti di intermediari, i quali avranno una nuova opportunità: si troveranno a fare da front end e a dialogare con la Banca Centrale”.

Le opportunità del metaverso

Il metaverso offre grandi opportunità. “Ci sono quattro tipi di applicazioni: la prima è legata al marketing, c’è poi lo sviluppo della filiale digitale che cambierà completamente il paradigma della relazione tra banca e cliente. C’è, poi, lo sviluppo di progetti per la formazione di dipendenti e cliente finale, infine la capacità di operare nell’ambito dei Non fungible token”, spiega Marco Giorgini, direttore dell’Osservatorio Fintech e insurtech della School of management del Politecnico di Milano.

Ma prima di tutto bisogna distinguere asset digitali, metaverso e web 3.0: “I primi possono esistere anche senza il secondo a cui si può togliere questo alone di magia riassumendolo con un termine: immersività – spiega Massimo Sterpi, capo del dipartimento di proprietà intellettuale e tecnologia e socio di Gianni & Origoni – L’aspetto che lega il metaverso ai digital asset è che ciascuno di questi mondi ha sviluppato rispetto ai propri utenti una dinamica economica basata su pagamenti e asset digitali con un valore che sono rappresentati sotto forma di digital asset (Nft, stable coin, ecc.)”.

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