Spread the love

Non ci sono grosse novità, almeno per il momento, sul caso Alimonti. La famiglia, proprietaria del Molino di Ortona, pare stia trattando con uno dei colossi nazionali del settore. Mesi fa indiscrezioni riportavano che il gruppo stesse contrattando con la “Barilla”. In queste ore, invece, pare che il riferimento del gruppo sia “Spiga d’Oro”.

Non ci sono grosse novità, almeno per il momento, sul caso Alimonti. La famiglia, proprietaria del Molino di Ortona, pare stia trattando con uno dei colossi nazionali del settore. Mesi fa indiscrezioni riportavano che il gruppo stesse contrattando con la “Barilla”. In queste ore, invece, pare che il riferimento del gruppo sia “Spiga d’Oro”. Sulle voci nessuna conferma. I sindacati sulla questione non si pronunciano mentre la proprietà, come nello stile, è chiusa in un mutismo quantomeno inopportuno. Venerdì scorso, nell’incontro fissato in Regione a Pescara, ancora una volta,  l’amministratore delegato Francesco Norcia si è presentato senza un piano aziendale. L’annuncio dell’esposizione di un organigramma è stato fatto più volte ma senza far seguire a ciò un’effettiva azione. Il commissario Trinetti, con cui siamo riusciti a parlare venerdì prima dell’inizio dell’incontro tra le parti in Regione a Pescara, ci ha riferito che per quello che riguarda il tribunale, il 99% dei creditori hanno accettato le proposte avanzate per il rientro delle somme. Ora si dovrà aspettare l’omologazione del concordato. Parrebbe che tutto proceda secondo i piani tranne che per la parte competente l’azienda.

La situazione del Molino 

I debiti del gruppo ammontano a 120 milioni di euro e crediti per 93 milioni di euro. È quanto ha raccontato il tribunale di Chieti. Da tempo circola voce di in grosso partner che dovrebbe entrare a “salvare” le sorti del gruppo guardiese che, già a maggio scorso, avrebbe dovuto prevede re l’arrivo a Ortona il prodotto finito da impacchettare per avviare la distribuzione con marchio Alimonti. La direzione da tempo è chiusa in un mutismo che ha il sapore dell’arroganza. L’amministratore delegato Francesco Norcia, non ha sciolto le riserve sul gruppo che dovrebbe riportare l’azienda sul mercato.

La politica poco interessata

La mattinata di venerdì, a quanto pare quindi, non è stata molto fruttuosa. Se da un lato il tribunale ha fatto la sua parte spostandosi fisicamente con il il commissario Trinetti nelle stanze di viale Bovio pur di risolvere la questione, la politica ha, probabilmente, perso un’altra occasione per dare risposte ai cittadini. L’assessore Gatti ha disertato l’incontro così come il consigliere regionale Camillo D’Alessandro che tanto si è speso per la vicenda. Insomma, la Giustizia accetta di raggiungere i palazzi regionali per accelerare la risoluzione della vicenda e i politici non si fanno trovare. Come dire: invitate qualcuno a casa vostra a pranzo, lo fate accomodare in sala e poi ve ne andate. 

Norcia in spider

Mentre il commissario, arrivato con mezz’ora di anticipo all’appuntamento aspettava qualcuno che si degnasse ad accoglierlo, il buon amministratore del gruppo Alimonti si è presentato addirittura con quasi mezz’ora di ritardo. E, non dimentichiamolo, senza un piano industriale. Alla fine dell’incontro, in un tripudio di sorrisi e pacche sulle spalle ai lavoratori che chiedevano cosa raccontare alle proprie famiglie, ha detto:«Forza ragazzi, ce la faremo». Poi è uscito ed è ripartito con la sua spider.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Segnalaci la tua notizia