Ponte Morandi: il ministero delle Infrastrutture non si costituisce parte civile
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Gli effetti del Conte bis continuano a ripercuotersi sull’Italia. E si scopre che il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti non si è costituito parte civile per la vicenda del Ponte Morandi.

“È più che mai opportuno che il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti si costituisca parte civile nell’ambito del procedimento a carico dei vertici di Strada dei Parchi Spa, società che ha in concessione le autostrade A24 e A25”. A dirlo è il deputato Andrea Colletti (M5s) che sulla questione ha presentato un’interrogazione al Mit.

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“Durante la scorsa udienza di costituzione delle parti – scrive il parlamentare – sono intervenute quali costituende parti civili sia l’Associazione italiana familiari e vittime della strada sia Anas S.p.A., con rinvio di udienza del giudicante al prossimo 26 febbraio, durante la quale sarà sciolta la riserva sulla loro ammissione nel giudizio. Non è passata inosservata – osserva il deputato – l’assenza del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il quale, in altri tempi, ha rimarcato, per il tramite dei propri funzionari, le gravissime inadempienze poste in essere da parte della società concessionaria”.

Colletti ricorda inoltre che “i fatti contestati dalla Procura aquilana ai soggetti apicali della società, attengono alla sicurezza strutturale e sismica di ponti e viadotti”. Fatti che tirano in ballo, tra l’altro, il rischio di “crollo totale o parziale delle pile e degli impalchi di nove dei venticinque viadotti che interessano il territorio. Le imputazioni – aggiunge – spaziano dal reato di attentato alla sicurezza dei trasporti e crollo di costruzioni o altri disastri dolosi, all’inadempienza e frode nelle pubbliche forniture”.

Il deputato, nell’interrogazione, chiede se il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti “intenda prendere parte al giudizio, in via formale, mediante atto di costituzione di parte civile”.

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