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Il primo cittadino a Palazzo Chigi senza colazione e pranzo per manifestare conto il taglio delle Province

Insomma il camerata teatino non ce l’ha proprio fatta. Il primo cittadino di Chieti che, lunedì di buon’ora, era partito alla conquista di Roma con alcuni dei suoi in camicia nera e basco fascista per protestare contro la scelta regionale di tagliare le province sperando di convincere il Governo centrale a lasciare tre Province, è tornato nella sua amata “Theate” con un pugno di mosche in mano. Noi eravamo seriamente preoccupati per lo stato di salute del giovane “balilla” dopo che lui stesso alle 9.58 del 30 Ottobre dalla propria pagina facebook aveva postato il seguente annuncio:«da stamattina comincio lo sciopero della fame». Da quel momento in poi nella nostra mente si sono affollate migliaia di domande e preoccupazioni del tipo “chissà se il sindaco ha mangiato già qualcosa” e “chissà se porta in tasca qualche bustina di zucchero”. Il Consiglio regionale, contrario ad ogni ipotesi di salvare anche solo una Provincia abruzzese, è pronta a rivolgersi alla Corte Costituzionale e, ad oggi con la decisione del Governo di accorpare Chieti con Pescara e L’Aquila con Teramo, la questione appare scontata. «In Abruzzo, lo abbiamo già detto al ministro Cancellieri e scritto al premier Monti, la soluzione migliore di riordino é quella che prevede tre province L’Aquila, Chieti e Pescara-Teramo (le uniche due che non hanno i requisiti)», continua Di Primio. Secondo il primo cittadino si perderebbe una storia millenaria nel caso della soppressione della Provincia di Chieti e anche e soprattutto svariate opportunità lavorative ed economiche. Il “condottiero” dopo solo 9 ore annuncia: «sospendo lo sciopero della fame. Domattina ho concordato un incontro con il ministro Patroni Griffi, nel frattempo il consiglio dei ministri ha soprasseduto alla adozione di provvedimenti sul riordino. È un primo segnale positivo speriamo bene». Tenendo presente che Di Primio è stato accompagnato dai suoi fedelissimi (fotografo personale a parte) del calibro di: Mario Colantonio e Roberto Melideo e i consiglieri comunali Gianni Di Labio, Marco Di Paolo, Palmerino Di Renzo ed Emiliano Vitale, non poteva non ottenere risposte concrete dai palazzi romani. Infatti il giorno dopo, l’esecutivo ha accolto la richiesta del Cal e ha deciso di lasciare solo 2 Province! «Mi ha fatto quasi pena lì a Roma, solo davanti a Palazzo Chigi con il cartello contro la possibilità di scippo della provincia – ha commentato Di Paolo a Primadanoi – solo 15 giorni fa aveva ringraziato il Pdl per la difesa di Chieti, poi al Cal (il comitato per le autonomie locali) è rimasto solo. In quella riunione, invece di autocelebrarsi, doveva andarsene e dire lì: signori, noi abbiamo i requisiti, di che stiamo parlando?». Effettivamente un po’ di tenerezza l’ha fatta anche a noi “Umby”, più che altro per quella inguardabile foto (un bimbo di 4 anni con un iphone avrebbe fatto di meglio) che non gli rende assoluta giustizia. Sindaco, siamo nell’era dell’immagine vogliamo svegliarci? 

Dal 1° gennaio 2013 le giunte provinciali italiane saranno soppresse e il presidente potrà delegare l’esercizio di funzioni a non più di 3 Consiglieri provinciali. Ciò fino a quando il sistema non andrà a regime nel 2014. 
La riforma delle Province a quel punto sarà attiva e nel novembre 2013 si terranno le elezioni per decidere i nuovi vertici. 
Dal 1° gennaio 2014 diventeranno operative le città metropolitane, che sostituiranno le Province nei maggiori poli urbani del Paese realizzando il disegno riformatore voluto fin dal 1990, successivamente fatto proprio dal testo costituzionale e, tuttavia, finora incompiuto.lo dico per quelli che hanno sottovalutato la cosa. «Perdere la provincia non vuol dire perdere la targa “ch”, vuol dire perdere circa 80 tra uffici e servizi legati al sistema degli uffici periferici dello Stato, vedere ridimensionata la presenza in città di dipendenti di quegli uffici (ne sono circa 2.000) annullato o fortemente ridimensionato l’indotto legato a detti uffici» ha dichiarato Di Primio. Quindi secondo il sindaco avremmo dovuto pagare per decine di anni ancora 2000 stipendi per salvaguardare 80 uffici statali. Ci sentiamo assolutamente in disaccordo con Di Primio visto lo stato in cui si trova la nostra regione e più in generale l’Italia. Bene ha fatto il governo a dare potere alle aree metropolitane, vere risorse per il futuro sociale ed economico del paese dove, ci auguriamo, si possa reinventare un nuovo stile di vita. Poi francamente “Umby” non te la prendere, ma come potevi essere credibile senza un senatore abruzzese e soprattutto almeno un presidente o vice della Provincia al seguito? Mi raccomando giovane balilla: mangia sano e non scioperare più.

 

di Vino novello

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