Quando il Vaticano rifiutò la donazione di Leonardo: un esempio per i governi
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Per chi ha memoria corta è bene ricordare che il Vaticano ha rifiutato una donazione di un milione e mezzo di euro da Leonardo Spa per l’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. Decisione che ha suscitato non poche reazioni.

Quando il Vaticano rifiutò la donazione di Leonardo: un esempio per i governi. Il gesto, visto come inopportuno in un periodo segnato da conflitti internazionali, ha fatto storcere il naso al colosso industriale italiano.

Il Dono inaccettabile

Leonardo Spa, azienda attiva nei settori della difesa, aerospazio e sicurezza, aveva offerto i fondi per acquistare una PEC-TAC, una sofisticata apparecchiatura medica che sarebbe stata preziosa per i piccoli pazienti affetti da malattie rare. Tuttavia, la Santa Sede, proprietaria dell’ospedale, ha gentilmente declinato l’offerta. Una scelta che rispecchia le numerose dichiarazioni di Papa Francesco contro l’industria militare.

La reazione di Leonardo Spa

Da parte sua, Leonardo Spa non ha tardato a esprimere il proprio sconcerto. In un commento secco a Repubblica, l’azienda ha sottolineato che “in tutti i teatri di guerra in corso, a partire dall’Ucraina e dal Medio Oriente, non c’è nessun sistema offensivo di nostra produzione”. La società ha insistito sul fatto che il loro lavoro riguarda la sicurezza, con sistemi all’avanguardia e droni per la vigilanza, ma niente armi. “Non capiamo questo rifiuto”, hanno dichiarato.

La domanda di Giorgio Beretta

Ma è davvero così semplice? Giorgio Beretta, analista dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere e della Rete italiana pace e disarmo, ha posto una domanda pungente su X (ex Twitter). Ha chiesto a Leonardo di spiegare i pagamenti ricevuti dallo Stato di Israele per sistemi militari, allegando un’immagine con una serie di transazioni multimilionarie verso Tel Aviv.

I numeri dei pagamenti

Il report presentato al Senato dal sottosegretario di Stato Alfredo Mantovano il 9 maggio 2023, rivela che solo nel 2022, Leonardo ha ricevuto oltre 23 milioni di euro dallo Stato di Israele, su un totale di quasi 30 milioni pagati da Tel Aviv alle aziende italiane. Questi pagamenti comprendono non solo le esportazioni di materiali autorizzate, ma anche le tranche di forniture precedenti.

La questione etica

Beretta solleva una questione etica non trascurabile: “Se Leonardo esporta solo sistemi difensivi e droni, a cosa si riferiscono tutti questi pagamenti?”. Egli sottolinea come la mancanza di trasparenza sugli specifici materiali forniti alimenti i dubbi sull’operato dell’azienda. E, in questo contesto, la decisione del Papa appare giustificata. “Il Papa ha fatto bene a rifiutare la donazione”, commenta Beretta. “L’importante per l’azienda è ricevere l’autorizzazione, non ha nessun codice etico e quello che il Vaticano sta chiedendo è proprio questo: che l’azienda si assuma le proprie responsabilità”.

Offensivo o difensivo?

Rimane poi l’annoso dilemma sulla definizione di “sistemi offensivi” e “difensivi”. Un esempio emblematico riguarda i veicoli di addestramento: i piloti che bombardano la Striscia di Gaza si sono esercitati su aerei e simulatori prodotti da Leonardo. Gli M-346, velivoli d’addestramento avanzato, sono stati forniti all’Aeronautica Militare Israeliana grazie a un contratto del 2012. Questi aerei, come si legge sul sito di Leonardo, possono efficacemente ricoprire ruoli di ‘aggressor’ nelle esercitazioni, facilitando il passaggio ai veri caccia da combattimento.

La coerenza del Vaticano

Di fronte a queste evidenze, la scelta del Vaticano di rifiutare il denaro di Leonardo appare come un atto di coerenza etica. Mentre il colosso industriale continua a difendere la sua posizione, sostenendo di operare solo nel settore della sicurezza, la realtà delle sue transazioni solleva interrogativi legittimi. Alla fine, sembra che per la Santa Sede la pace e l’integrità morale siano più preziose di qualsiasi PEC-TAC.

In un mondo dove spesso il denaro parla più forte delle parole, il “no grazie” del Vaticano suona come un raro e prezioso esempio di coerenza e integrità. E se questo fa storcere il naso a qualcuno, beh, forse è un buon segno.

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