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Metti un ente regionale che finanzia, una società privata che prende soldi e, infine, un territorio che dovrebbe essere promosso per le sue bellezze naturali.

Mescolando il tutto viene fuori una bella cifra: 71mila euro, appunto, serviti per ‘promuovere’ le Maldive.

“Turisti che ospitavamo nel nostro B&B ci hanno chiesto dov’era quella bella spiaggia presente nella pagina Facebook di Visit Abruzzo, una delle pagine promozionali della Regione Abruzzo. Cercando di capire dove fosse per accontentare la loro richiesta, ci siamo resi conto che quella spiaggia non era in Abruzzo, ma alle Maldive”. A riferirlo un proprietario di un B&B abruzzese al deputato Andrea Colletti e al Consigliere Francesco Taglieri. In sostanza, le immagini promozionali utilizzate nella campagna estiva “Summer Abruzzo 2019” non erano riferibili a luoghi abruzzesi.

“Approfondendo la segnalazione abbiamo scoperto che almeno tre foto che hanno rappresentato l’Abruzzo nell’ultima costosa campagna pubblicitaria non erano di luoghi abruzzesi e nemmeno italiani” spiega Colletti (M5S). “La campagna promozionale per il turismo estivo 2019 si è basata su immagini che non ritraggono l’Abruzzo, ma altre parti del mondo: dai cartelli presenti sulle autostrade, alle campagne pubblicitarie sui social media alle campagne sui banner dei siti. Uno schiaffo al nostro amato Abruzzo, alle sue montagne e alle sue spiagge che nulla hanno da invidiare a quelle delle foto usate.”

Insomma, le foto sono state acquistate su portali dove è possibile reperire foto a 5 euro e che in molti casi sono state utilizzate in altri contesti migliaia di volte in tutto il mondo.

Le foto fanno parte di uno stock messo a disposizione da Adobe facilmente acquistabili dal sito. Tra quelle utilizzate una coppia abbracciata in riva al mare rivolta verso l’orizzonte e una con una mamma che tiene un figlio in braccio e l’altro per mano. In entrambi i casi si tratta di paesaggi che nulla hanno a che fare con l’Abruzzo in quanto appartenenti al territorio delle Maldive.

 Ma la questione non finisce qui. Di mezzo, infatti, c’è un bando, aggiudicato ad una impresa abruzzese per circa 71.000 euro, che prevede la gestione di campagne Adwords, in pratica annunci collegati alle ricerche Google, e campagne pubblicitarie su Facebook. “Un aspetto veramente anomalo è che il bando prevedeva che all’incirca il 40% del budget fosse impiegato come spesa pubblicitaria, e la restante parte fosse il compenso per la gestione della campagna, un compenso, a sentire diversi operatori del settore veramente esagerato” spiega Colletti.

Nonostante l’impegno economico la campagna non ha portato un incremento di turisti. Ciò vuol dire, per i non addetti ai lavori, che l’attività pubblicitaria non è riuscita a “convertire” i click (o presunti tali) in economia per l’Abruzzo. A cosa è servita dunque?

“Nei prossimi giorni presenteremo un esposto alla Corte dei Conti per capire chi ha la responsabilità di tutto ciò. Certamente le responsabilità politiche le ha l’Assessore Febbo, ma è da valutare se ricadano anche su chi ha realizzato il prodotto e se questo possa comportare, una richiesta di risarcimento del danno da parte della Regione che da parte sua non ha saputo scegliere e controllare chi ha realizzato il lavoro” spiega ancora l’onorevole a 5 stelle. Il bando è costato agli abruzzesi 71.000 euro e “prevedeva la gestione di campagne Adwords, in pratica annunci collegati alle ricerche Google, e campagne pubblicitarie su Facebook”.

Si tratterebbe di capire, inoltre, e forse all’onorevole è sfuggito, quanto costa alla comunità una pagina Facebook come Visit Abruzzo che, nella maggior parte dei casi, ripropone foto di utenti che hanno già postato i loro prodotti su Instagram.

La Regione Abruzzo cerca influencer per la promozione del territorio. Ovviamente a gratis

Di admin

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