Regione Sicilia: il paradiso degli imboscati
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Nella Regione Sicilia non si trova un dipendente pubblico manco a pagarlo d’oro. Gli uffici sono deserti. Pochi sono sul posto di lavoro e devono, nella maggior parte dei casi, sobbarcarsi il lavoro degli altri. Uno su cinque è a casa e non lavora.

C’è, comunque, una legge che permette tutto ciò. Ed è la 104. La legge prevede la possibilità di assentarsi per assistere un familiare disabile o per l’esenzione consentita dalle norme nazionali dell’emergenza Covid. Ed è così che nella Regione dei 14mila dipendenti diventa difficile trovare qualcuno in ufficio.

Quasi la metà dei dipendenti spariti dagli uffici

L’ultimo censimento condotto dall’ufficio Personale di Palazzo d’Orleans, al 31 maggio, è riuscito a coprire solo 8.231 lavoratori su 13.965 perché sugli altri sono arrivati dati incompleti. Il risultato? Il 64,5 per cento, 5.311 persone, lavora in smart working, cioè ha fatto di casa propria l’ufficio, mentre il 19,5, cioè 1.612 impiegati, risulta “assente per altri motivi”.

Dipendenti in smart working ma senza computer

Interessante scoprire che tra i dipendenti che ufficialmente lavorano da casa, tra loro ce ne sono molti senza Pc. Altri per qualifica si occupano di portierato o fanno gli autisti. E cosa fanno da casa? Per non parlare dei tanti funzionari e dirigenti a casa in congedo o in smart working.

Ciò è anche dovuto al fatto che la Regione non ha fatto nulla di concreto per adeguarsi alle norme anti Covid e far tornare in ufficio i dipendenti. Gli assessorati, ad esempio, non hanno spesso postazioni con il gel disinfettante, né sono state date mascherine e altri dispositivi di protezione ai regionali. Dunque, per chi aspetta la definizione di una pratica è impossibile trovare qualcuno in ufficio.

La macchina regionale, insomma, si è fermata quasi del tutto.

“Alle Attività produttive le aziende attendono notizie su una miriade di bandi” riferisce Repubblica. “Ad esempio il bando per aiuti alle imprese per l’acquisto di macchinari è fermo da due anni: l’avviso è stato pubblicato il 17 gennaio 2018, sono arrivate duemila domande ma quelle in graduatoria, esaminate, sono appena 45. Il bando per le start up è del 2017, ad oggi le aziende in graduatoria attendono ancora il saldo del finanziamento. Esempi di ritardi cronici per la Regione che l’emergenza coronavirus ha ampliato ancora. Ma se il resto del Paese si sta rimettendo in moto, la Regione elefantiaca di Sicilia stenta a rialzarsi.”

Chiuse anche librerie e musei

In molti musei e aree archeologiche il personale è per gran parte a casa, mentre a Palermo rimane chiusa la biblioteca regionale: qui i 140 dipendenti sono in larga parte in “esenzione”, cioè a casa con lo stipendio.  

Smart working per sempre

Per loro, adesso, ci sarà un graduale rientro al lavoro. La Regione punta a mantenere almeno il 10 per cento di smart working anche quando l’epidemia sarà terminata.  

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