Scandalo all'Ospedale Oftalmico di Roma: il primario al convegno, Sale operatorie chiuse e indagini della procura
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Quando il primario dell’Ospedale Oftalmico a Roma partecipa a un convegno, il nosocomio subisce le conseguenze: molte sale operatorie vengono chiuse e numerosi medici abbandonano l’ospedale per partecipare al congresso, guidati dalla presenza del capo.

Scandalo all’Ospedale Oftalmico di Roma: il primario al convegno, sale operatorie chiuse e indagini della procura. Questo è quanto è emerso da un’ispezione recente condotta dai carabinieri del Nas, che hanno trovato l’ospedale semivuoto, un fatto che ha lasciato perplessi gli investigatori. Ora la procura è coinvolta nella vicenda, con un’indagine aperta per interruzione di pubblico servizio, un ulteriore problema che si aggiunge alle già pesanti accuse riguardanti liste d’attesa e presunti casi di peculato.

Il primario Ciro Tamburrelli, non coinvolto nelle indagini, è stato tra i promotori di un importante convegno avvenuto tra il 20 e il 21 marzo.

Tuttavia, secondo gli inquirenti, ciò che desta preoccupazione è la massiccia assenza di personale medico dall’ospedale per partecipare a questo evento, a cui il primario partecipava ufficialmente.

Di conseguenza, la conferenza del primario ha coinciso con la sospensione delle attività ambulatoriali, la riduzione delle sale operatorie nel turno di mattina, la quasi totale assenza di personale medico nel turno pomeridiano e il reparto di degenza privo di personale. Questa situazione critica è emersa dopo l’ispezione dei carabinieri.

L’Oftalmico è già da tempo sotto inchiesta da parte della procura per presunti casi di peculato.

L’indagine si concentra su comportamenti dubbi di alcuni operatori sanitari che sembrano favorire la loro attività privata a discapito del servizio pubblico, causando problemi alla struttura ospedaliera.

Le conseguenze di tali comportamenti si riflettono direttamente sul paziente, con tempi di attesa estremamente lunghi per interventi importanti come il distacco della retina. Gli investigatori sospettano che i ritardi non siano dovuti a mancanza di personale, ma piuttosto alla tendenza di alcuni operatori a dedicare più tempo del necessario ai loro affari privati, danneggiando così il servizio pubblico.

Ma le irregolarità non finiscono qui.

L’inchiesta ha rivelato anche la manipolazione delle liste d’attesa per favorire alcuni pazienti, inserendoli nelle liste d’urgenza anziché in quelle ordinarie. Questa pratica danneggia sia i pazienti che necessitano di cure urgenti, spesso superati da quelli “favoriti”, sia coloro che rimangono nelle liste ordinarie, vedendo allontanarsi la possibilità di una visita.

Questo nuovo caso, legato al convegno organizzato dal primario, si aggiunge alla lunga lista di problemi che affliggono l’Ospedale Oftalmico, mettendo in luce ulteriori criticità nella gestione della struttura sanitaria.

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