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Il  massimo esperto francese dei trasporti, membro del Laboratorio di Economia dei Trasporti e della Commissione Mobilità 21, afferma che la Torino-Lione non serve. Il popolo valsusino mette a segno un altro colpo a suo favore. Intanto è tutto pronto per la manifestazione del 16 novembre.

“Le Iene” hanno intervistato Yves Crozet, uno dei 10 membri della commissione Mobilitè 21, professore di Economia all’Università di Lione e membro del Laboratorio di Economia dei Trasporti. Crozet è stato chiaro:”Nessuna grande opera, tra cui l’alta velocità tra Lione e Torino, si realizzerà in Francia prima del 2028-2030″. Le dichiarazioni non lasciano spazi a dubbi ma l’economista dei trasporti aggiunge:”Nell’ottobre 2012 il Ministro ha formato una commissione di 10 persone, sei deputati e senatori e quattro esperti tra cui io, per studiare l’insieme delle infrastrutture dei trasporti in Francia. Questa commissione è stata chiamata Mobilité 21 perché è incentrata sul XXI secolo e i servizi di trasporti”. Il rapporto è arrivata a una conclusione:”Mobilité 21 ha detto di fare attenzione alla realizzazione di progetti di linee ad alta velocità, anche perché queste linee nuove creerebbero problemi di saturazione sugli snodi ferroviari esistenti. Piuttosto che concentrarsi sulla costruzione di centinaia di chilometri di linee ferroviarie ad alta velocità, era meglio concentrarsi sul dare molta più mobilità ai nodi ferroviari parigini, di Lione e Marsiglia. E abbiamo insistito che costruire il tunnel Lione-Torino avrebbe implicato spese estremamente ingenti e che i soldi spesi per la Lione-Torino avrebbero precluso gli investimenti sugli altri progetti nazionali”. Quindi Crozet specifica:”il Primo Ministro ha fatto una comunicazione sugli investimenti futuri e ha confermato che avrebbero seguito le conclusioni del rapporto Mobilité 21. Cioè, che avrebbe dato la priorità agli investimenti sulla stazioni parigine e che il solo progetto futuro entro il 2030 sarebbe stato la linea Bordeaux-Tolosa”. Per Crozet i vari Governi che si sono succeduti sono stati sempre contrari all’opera:”da molti anni cercano di rimandare questo progetto senza mai osare dire la verità: cioè che andrebbe fermato. Sempre più persone sostengono che il progetto è troppo costoso e che soprattutto non corrisponde a una reale domanda e che se si realizza questo progetto il traffico e l’utilizzo sarà veramente basso. Quindi sarà un progetto con una grande capacità di traffico ma non sarà utilizzato. Tutti i deputati, la corte dei conti, spiegano che questo progetto non è assolutamente prioritario, oltre ad essere molto costoso”. Termina dicendo:”Negli orizzonti futuri di realizzazione non verrà realizzato quasi niente prima del 2025-2030. Direi ufficialmente che questo progetto non vedrà mai la luce (in realtà dice “è troppo costoso”) politicamente non è fattibile perché bisogna sempre far sognare i cittadini e il modo per farlo sono le grandi opere. E’ patetico, ma è così”.

Le dichiarazioni di Crozet vanno nella stessa direzione del Governo francese che, nell’accordo siglato con l’Italia, non autorizza l’avvio dei lavori. Il Titolo I Disposizioni generali all’articolo 1 chiarisce:”Il presente Accordo non costituisce uno dei protocolli addizionali previsti all’articolo 4 dell’Accordo firmato a Torino tra i Governi italiano e francese il 29 gennaio 2001. In particolare non ha come oggetto il permettere l’avvio dei lavori definitivi della parte comune italo-francese, che richiederà l’approvazione di un protocollo addizionale separato, tenendo conto in particolare della partecipazione definitiva dell’Unione europea al progetto”. Come riporta Infomrare x resistere:”L’Italia (articolo 18) pagherà il 57,9% della tratta internazionale (in pratica pagherà il 57,9% del tunnel di 57 chilometri sotto le Alpi) e la Francia il restante 42,1%. Il costo del tunnel è stimato in 8,78 miliardi di euro, meno un eventuale contributo dell’Unione europea di entità ancora ignota. Però il tunnel è per l’80% in territorio francese. I politici italiani, pur di bucare le montagne, hanno accettato di quasi regalare la Tav alla Francia”. L’Italia ha stanziato ben 2 miliardi di euro da per studi e progetti preliminari. Un enorme buco che costa miliardi di euro per un traffico che non ci sarà mai. I francesi lo sanno ma gli italiani, tenuti in anestesia totale dagli organi d’informazione, non ne sanno nulla. Anzi. Sanno solo che i No-Tav sono dei violenti estremisti. Tv e giornali amplificano e distorcono le loro proteste in maniera da giustificare l’uso della forza di polizia e carabinieri. 

Intanto il 3 novembre scorso più di duemila persone si sono ritrovate davanti al presidio bruciato di Vaie per sfilare nelle vie del paese.  Diversi i sindaci della Valle che hanno partecipato. Il tg di Val di Susa ha riferito della poca fiducia dei residenti nei confronti della Procura torinese visto che mai sono stati individuati i colpevoli di altri attentati ai danni del movimento. I dimostranti rigettano al mittente  “l’ipocrita solidarietà di Esposito e di Napoli indicati come responsabili politici della situazione di tensione determinata dall’occupazione militare”. 

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