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La città di Teramo è un’industria di idee e personaggi unici. Una terra con tante risorse ma con uomini delle istituzioni che sfigurerebbero anche nelle bettole di cantine del Bronx. Il nostro viaggio nell’ambiente dei ‘cappelli bianchi’ teramani che dovrebbero, secondo la legge, difendere i cittadini sono i primi a fregarsene delle regole e del buon senso. Così, questi agenti pagati da noi, impiegano il loro tempo un po’ come gli pare. 

La città di Teramo è un’industria di idee e personaggi unici. Una terra con tante risorse ma con uomini delle istituzioni che sfigurerebbero anche nelle bettole delle cantine del Bronx. Il nostro viaggio nell’ambiente dei ‘cappelli bianchi’ teramani che dovrebbero, secondo la legge, difendere i cittadini sono i primi a fregarsene delle regole e del buon senso. Così, questi agenti pagati da noi, impiegano il loro tempo un po’ come gli pare. 

Tempo fa un vigile teramano, nel pieno delle sue funzioni, è stato fotografato appoggiato al banco di una pizzeria al taglio in compagnìa di una bella bionda. Peccato che la bionda non fosse una donna ma bensì un bel bicchiere di birra. «C’è anche il video e la cosa venne segnalata al comandante» aggiunge Marcello Olivieri. 

Per evitare che ‘super Pino’, il vigile teramano che gironzola su facebook con dati falsi ci contesti l’articolo, gli chiariamo subito le idee. Abbiamo mandato una mail alla Polizia di Stato domandando se alle forze dell’ordine è consentito bere durante l’orario di servizio. Ecco la risposta:«Grazie per aver visitato il sito della Polizia di Stato. La risposta è no: non è consentito al personale delle forze dell’ordine di bere alcolici in servizio. Cordiali saluti». Ebbene, caro Pino Marino che ti nascondi dietro falso nome, i tuoi colleghi teramani non possono bere durante le ore di servizio così come tu, che sei mio dipendente, non puoi ciattare su facebook durante le ore di lavoro. Peccato che ogni comandante dei Vigili abbia sempre timore ad agire di qualche sottoposto per via dei sindacati. 

Non contenti, abbiamo ripreso, tramite i nostri avvocati, il testo della legge che, cari Pino Marino e  Franco Zaina (comandante dei vigili), dice:«la Legge 125 del 30 marzo 2001, (recante «Legge quadro in materia di alcol e di problemi alcolcorrelati) all’art. 15, . 125, attribuisce al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro della salute, il compito di individuare le attività lavorative che comportano un elevato rischio di infortuni sul lavoro, per la sicurezza, l’incolumità o la salute dei terzi, per le quali è fatto divieto di assunzione e di somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche. Per questo motivo la Confenza Stato-Regioni ha raggiunto un accordo ed individuato specificatamente quelle attività lavorative che comportano un elevato rischio di infortuni sul lavoro ovvero per la sicurezza, l’incolumità o la salute dei terzi, per le quali si fa divieto di assunzione e di somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche». Quindi:«mansioni comportanti l’obbligo della dotazione del porto d’armi, ivi comprese le attività di guardia particolare e giurata». 

Ebbene, il vigile in questione ha avuto qualche richiamo? È stato sospeso? Oppure, come dovrebbe essere, è stato licenziato?

Non crediamo all’ultima ipotesi ma nemmeno alle altre due perché, i timorati da Dio, possono fare e strafare in questa repubblica delle banane. Tant’è che un cittadino segnala che delle vigilesse “vanno a fare le baby sitter ai nipoti durante le ore di servizio”.

Il comandante dei vigili urbani Franco Zaina sarà a conoscenza di queste voci? Chissà. Certo è che nel caso le vigilesse facessero un secondo lavoro, vietato per legge, dovrebbero rispettare comunque il divieto di bere alcolici perché anche in quel caso la legge parla chiaro:«vigilatrice di infanzia o infermiere pediatrico e puericultrice, addetto ai nidi materni e ai reparti per neonati e immaturi; mansioni sociali e socio-sanitarie svolte in strutture pubbliche e private».

di Antonio Del Furbo





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