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Le immagini del palazzo di Giustizia di Chieti dopo l’incendio dell’auto della sorella di Roberto Di Santo

Sono 36 ore che non si hanno notizie di Roberto Di Santo, l’uomo che ha dato alle fiamme un’auto a Villanova di Cepagatti e poi ha realizzato e posizionato un ordigno con due bombole di Gpl per far saltare in aria una palazzina. L’ultimo atto è stato quello di Giovedì sera alle 21.15 davanti al portone di ingresso del tribunale di Chieti. Una Toyota, cosparsa di benzina e data alle fiamme, apparteneva alla sorella dell’uomo. Secondo gli inquirenti sostengono Di Santo voleva farla esplodere davanti al palazzo di Giustizia  perché dieci anni fa fu arrestato per possesso di arma da fuoco.Le telecamere di sorveglianza non funzionano e quindi non possono aiutare a ricostruire come si sia mosso Di Santo durante i suoi spostamenti. 

 

GLI UNICI CONTATTI CHE AVEVA ERANO CON IL PADRE ED ALCUNI AMICI

Il motivo dei suoi gesti pare siano da attribuire ai mancati pagamenti di lavori da lui effettuati. Roberto Di Santo è un disoccupato ma si arrangia come elettricista, muratore e imbianchino. Sotto stretta sorveglianza da parte dei carabinieri, in queste ore, è il suo blog personale e i video postati su youtube.

AREA METROPOLITANA SOTTO ASSEDIO
L’area metropolitana Pescara-Chieti è sotto assedio da parte delle forze dell’ordine. in divisa ma anche in borghese. Gli inquirenti stanno ascoltando i familiari tra cui la sorella e il padre. 

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