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La storia del piccolo Massimiliano è iniziata il 10 giugno scorso e, almeno per ciò che riguarda il suo stato di salute, si è conclusa solo qualche giorno fa. Ora il padre attende giustizia e annuncia battaglia verso un “sistema corrotto che ha quasi ucciso mio figlio”.

“Mio figlio l’ho portato in spiaggia il 10 giugno presso la spiaggia di località San Tommaso di Vasto Marina” racconta Stefano Moretti, papà di Massimiliano nonché responsabile dell’osservatorio antimafia di Vasto. 

Il piccolo faceva il consueto bagnetto e, com’è naturale per i bambini, ingeriva acqua di mare. Il giorno successivo cominciava a mostrare i primi sintomi di disagio fisico fino a registrare nella serata un aumento improvviso ed ingiustificato della temperatura. Nelle ore successive si presentavano forti e ripetute scariche di dissenteria con, in seguito, marcata presenza di sangue color rosso vivo nelle feci”. A quel punto la famiglia decide di portare il piccolo presso un laboratorio privato che ha effettuato il prelievo di sangue evidenziando la sussistenza di forte infezione batterica”. Il bimbo è stato, quindi, trasportato urgentemente presso il reparto pediatria dell’Ospedale Civile di Lanciano. 


Presso la struttura sanitaria Massimiliano è stato sottoposto a terapia antibiotica con Rocefin intramuscolo fino al 19 giugno, giorno in cui è stato dimesso con la diagnosi di “Gastroenterite di natura emorragica”. Il bambino ha poi proseguito la terapia antibiotica a casa ma due giorni dopo è stato nuovamente ricoverato in quanto “sia la febbre che le scariche non accennavano a sparire, ricomparendo minacciose nonostante nel foglio di dimissione si parlava di rapido miglioramento clinico dopo inizio di terapia antibiotica”.

A quel punto Moretti ha chiesto più volte ai medici di eseguire l’emocoltura per individuare il batterio responsabile della violenta infezione ma, dopo un giorno, il piccolo è stato dimesso.

 

http://www.youtube.com/watch?v=-zkrGcF2qZs&feature=youtu.be

“Alcune ore dopo è ricomparsa la febbre alta” spiega ancora il papà del piccolo “tanto che mi sono recato presso la farmacia di turno, tra l’altro chiusa in quell’orario notturno, e chiamato al telefono il Dr. Giuseppe Aquilano, reperibile, per acquistare della tachipirina”. Nel frattempo Massimiliano aveva cominciato a vomitare verdastro e ad avere forti scariche di dissenteriaal punto che i genitori decidono nuovamente di riportarlo in ospedale a Lanciano presso il reparto di pediatria. A quel punto il bimbo è stato trasportato presso l’ospedale di Pescara e, appena entrato, “è stato trovato fortemente disidratato e dalle analisi ematiche eseguite in emergenza era evidente la presenza di una infezione batterica in corso”. Quindi ancora farmaci somministrati senza sapere quali batteri fossero presenti nel corpo del piccolo. 

I medici informano i genitori che il piccolo ha una grave “Sepsi”, un’infezione batterica con un tasso di mortalità cinque volte superiore all’ictus e dieci volte all’infarto. “Ho imputato inizialmente la responsabilità di quanto accaduto al fiume Trigno, fortemente inquinato, ed al torrente buonanotte. Il primo ha la sua foce a circa 5,8 Km da dove ha fatto il bagnetto il piccolo Massi mentre il secondo a 1,8 Km” ha spiegato Moretti. Entrambi sono fortemente inquinati. 

 

 

A quel punto Moretti ha contattato un laboratorio privato formato da professionisti all’avanguardia nelle analisi chimiche e microbiologiche di alimenti, acque, ambiente, sanificazioni ambientali e consulenza ed assistenza sull’igiene e la sicurezza degli alimenti. 

Nel frattempo è arrivato il personale della Guardia Costiera a fare rilievi prelevando dei campioni con semplici bottiglie di acqua minerale. Le analisi private hanno certificato che tutto come tutto il canale di scolo è altamente inquinato fino alla battigia da batteri fecali quali Escherichia Coli, Streptococchi fecali ed enterococchi. “Considerando che i coliformi fecali sono batteri la cui sopravvivenza è condizionata dalla temperatura di crescita e quindi non si adattano facilmente all’ambiente esterno si può affermare che l’inquinamento non solo è recente ma è continuo segno evidente che strutture abitative o altro scaricano all’interno di questo canale che poi riversa in mare” ha precisato Moretti. 

Duro il commento dell’associazione Codici che si è costituita parte civile:”A Vasto bisogna arrestare i responsabili”.

http://www.youtube.com/watch?v=CrgUsnZwBPE&feature=youtu.be 

 

I DOCUMENTI

 

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