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L’attenzione della Commissione Grandi Rischi è tutta concentrata sulla regione Abruzzo. Le faglie che si sono risvegliate sono tre e potrebbero portare a eventi disastrosi.

Come quello del terremoto dell’Aquila del 1703, conosciuto come il Grande Terremoto. Fu uno degli eventi sismici più disastrosi per l’Abruzzo verificatosi nell’alta Valle dell’Aterno e nell’intera parte settentrionale della regione, tra i territori dell’Aquila e Rieti. La prima scossa si verificò il 14 gennaio 1703, con una magnitudo momento di 6,8 e la seconda scossa arrivò il 2 febbraio con un magnitudo momento di 6,7. Le devastazioni furono pari al decimo grado della Scala Mercalli; L’Aquila venne rasa al suolo e ci furono oltre 6.000.

Pochi minuti fa, la Commissione Grandi Rischi d’intesa con il Capo Dipartimento della Protezione Civile, si è riunita il a seguito della ripresa della sismicità che ha colpito l’Appennino Centrale a partire da Agosto 2016. Le risultanze della riunione sono contenute nel Verbale consegnato al Dipartimento, di cui si riporta qui una sintesi.

“Lo scopo della riunione” si spiega in una nota “era la valutazione dei possibili scenari evolutivi della sismicità in corso, alla luce delle informazioni attualmente disponibili.”

Commissione e Protezione Civile spiegano che:

“La sequenza sismica che ha colpito l’Appennino Centrale su una lunghezza complessiva di oltre 70 km, ha avuto sino ad ora quattro momenti principali di rilascio sismico: il 24 agosto, con l’evento di M6 di Amatrice; il 26 ottobre, con due eventi principali di M5.4 e M5.9 che hanno esteso la sismicità verso nord; il 30 ottobre, con l’evento di M6.5 che ha ribattuto la zona a cavallo degli eventi precedenti; il 18 gennaio, con 4 eventi di magnitudo M5.0-5.5, su una lunghezza di circa 10 km nella parte meridionale della sequenza, nell’area di Montereale,che si ricongiungono alla sismicità aquilana del 2009.”

Dunque si tratta di una singola sequenza sismica.

“L’area era già stata colpita da sequenze simili e da grandi terremoti in passato, in particolare dall’evento del 1639, e non era stata interessata dagli eventirecenti di Colfiorito (1997) e dell’Aquila (2009). Questa sequenza può essere considerata come tipica dell’attività sismica appenninica, e come tale aspettata sulla base della storia sismica e del contesto sismo-tettonico regionale”.

Nel dettaglio la Commissione precisa:

“Un aspetto della sismicità di questa regione è la possibilità che le sequenze possano avere una ripresa e propagarsi alle aree limitrofe, come già avvenuto ad esempio per la sequenza del 1703 (con una durata di oltre un anno e due eventi di magnitudo tra 6.5 e 7 a distanza di un mese), del 1639 (almeno due eventi comparabili a distanza di una settimana), di Colfiorito (1997, M6.0, con una sequenza di sei eventi di magnitudo oltre 5.2 su una durata di sei mesi) e ora nella zona di Amatrice, con tre eventi di Mw5.9-6.5negli ultimi cinque mesi”.

La Commissione conferma che ad oggi “non ci sono evidenze che la sequenza sismica sia in esaurimento”.

Le aree identificate dalla Commissione sono tre e contigue alla faglia principale responsabile della sismicità in corso, che non hanno registrato terremoti recenti di grandi dimensioni e hanno il potenziale di produrre terremoti di elevata magnitudo (M6-7). Questi segmenti – localizzati rispettivamente sul proseguimento verso Nord e verso Sud della faglia del Monte Vettore-Gorzano e sul sistema di faglie che collega le aree già colpite dagli eventi di L’Aquila del 2009 e di Colfiorito del 1997 – rappresentano aree sorgente di possibili futuri terremoti.”

Tutti gli eventi, avverte la Commissione, hanno prodotto “episodi di fagliazione superficiale che ripropongono il problema della sicurezza delle infrastrutture critiche quali le grandi dighe.”

Una diga, in particolare, a cui si fa riferimento è quella di Campostosto, il più grande lago artificiale d’Abruzzo. È situato in provincia dell’Aquila, tra i comuni di Campotosto, Capitignano e L’Aquila, a un’altezza di 1.313 m s.l.m. con una superficie di 1400 ettari e una profondità massima compresa tra i 30 e i 35 metri.

Lo sciame sismico del Grande Terremoto iniziò nel 1702 con il movimento della faglia del Monte Vettore. Inzialmente le scosse furono di lieve intensità ma il 18 ottobre del 1702 arrivò la prima forte scossa in un’area al confine tra il Regno di Napoli e lo Stato della Chiesa, vicino l’abitato di Norcia, con una magnitudo momento di 5,1

Il terremoto fu generato dal movimento delle tre faglie appartenenti al sistema di faglie di Norcia. Il sisma devastò Montereale, provocando 800 morti su un totale di circa un migliaio di abitanti. Successivamente, in seguito alla prima scossa, ci furono altri eventi: quello del 16 gennaio (6.2) e del 2 febbraio (6.6). 

 

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