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La vicenda di David Rossi rimane ancora avvolta nel mistero. La cosa più vergognosa, però, è la macchina della giustizia che procede molto a rilento.

Erano le 19.43 del 6 marzo 2013 quando il direttore della comunicazione di Mps, David Rossi, precipitò di schiena dalla finestra del suo ufficio a Siena. Morì venti minuti dopo, in un vicolo. La Procura lo ha definito un suicidio. Ma i dubbi rimasti sono tanti.

“Certe cose non si possono tacere. Non sono in cerca di pubblicità ma alcuni aspetti andavano chiariti”.

A parlare così è Luca Scarselli, il consulente della famiglia di David Rossi. L’ingegnere ha illustrato al procuratore aggiunto Vittorio Ranieri Miniati e al sostituto Cristina Camaiori, le lacune della prima indagine sulla morte di Rossi per quanto riguarda gli aspetti tecnici.

In primo piano primo il video estrapolato da una delle telecamere di videosorveglianza della banca senese, che mostra la caduta dell’ex capo della comunicazione e della sua agonia a terra, non sia genuino e originale.

“È stato estratto in maniera scorretta dall’hardware – ha detto Scarselli – e potrebbe essere stato manipolato, forse manca qualche pezzo”.

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