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Il quotidiano “Il centro” manda su tutte le furie il segretario regionale del Pd Silvio Paolucci per non aver riportato un fatto “in maniera corretta”. Grave “errore professionale” o attacco mediatico?

«VORREI TRANQUILLIZZARE TUTTI su una pagina de “Il centro” di Francavilla: c’e’ stato un errore professionale gravissimo. In sostanza la comunicazione che ne viene fuori e’ che sarei condannato non si capisce per qual tipo di reato. Tutto falso: e’ un errore professionale grave, che fa male alle persone anche per gli anni di sacrificio che ho dedicato a questa passione sviluppata con onesta’. Un abbraccio e buone primarie». Questo è il post di facebook con il quale il segretario abruzzese del Pd Silvio Paolucci ha commentato l’articolo apparso oggi sul quotidiano regionale. Paolucci, invitato dalla nostra redazione a chiarire ancora meglio la propria posizione in merito “all’attacco” de “Il centro” ci ha detto:« mi si contesta che nelle elezioni comunali di Francavilla 2008 le firme furono apposte non in presenza mia. La discussione comincia in primavera 2013. Non capisco come facciano a confezionare una pagina per comunicare che sono un condannato qualunque». Nel corso della mattinata la discussione si accende sul “muro” del segretario e lui stesso aggiunge:«minimo errore professionale, di più una strumentalizzazione CONTRO il sottoscritto, ma meglio dubitare di questo e non dirlo». Perché dubitare di questo articolo caro segretario? Perché non dire, se strumentalizzazione c’è stata, che l’articolo non rispecchia la verità dei fatti? L’onestà paga sempre segretario e non abbia paura di affrontare il potere mediatico. Noi siamo andati a leggerci il pezzo che in parte riportiamo:«Quattro condanne con rito abbreviato e cinque rinvii a giudizio per ex amministatori comunali e provinciali – di entrambi gli schieramenti – ai quali nel 2011, proprio alla vigilia delle ultime elezioni comunali, erano state contestate presunte irregolarità nelle firme raccolte a convalida delle liste presentate per le precedenti amministrative del 2008.

Un’indagine partita dalla denuncia dell’ufficio elettorale del Comune di Francavilla, a seguito di alcune doppie firme riscontrate nella fase di controllo delle sottoscrizioni alle liste. Tutti e nove gli ex amministratori avrebbero violato il regolamento elettorale: alcune delle firme, anche se autentiche, non sarebbero state apposte in loro presenza quali pubblici ufficiali; in qualche caso, sarebbe sorto anche il dubbio dell’autenticità di alcune firme. Per questo, il Gup del tribunale di Chieti, Antonella Redaelli, ha rinviato a giudizio l’attuale segretario regionale del Pd, Silvio Paolucci (all’epoca consigliere provinciale) e gli ex amministratori comunali Nicola De FrancescoDaniele D’Amario (attuale assessore provinciale), Franco Di Muzio e Rocco Moroni. Nel processo fissato per il 7 febbraio 2013, dovranno rispondere di falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale e di violazione del testo unico per la composizione e la elezione degli organi delle amministrazioni comunali (dpr 570 del 1960).

Altri quattro imputati hanno invece scelto di essere giudicati con il rito abbreviato che si è svolto contestualmente: il Gup ha condannato a 5 mesi e 10 giorni, per violazione del dpr 570, ma senza imputazione di falso, l’attuale consigliere regionale dell’Idv Lucrezio Paolini, insieme agli ex amministratori comunali Carmine Di Giovanni e Carlo Matricardi, mentre ha inflitto una pena di 6 mesi, per lo stesso reato, ad Anna Chiementa»(da Il Centro). Insomma per Paolucci lo stile adottato è da “ricercato” con una taglia addosso: «in effetti il reato grave che merita una foto da “Wanted” e’ quello di aver consegnato la lista del pd come ho fatto, perche faccio il Segretario del mio partito, decine di altre volte. e’ stato persino chiesto di non procedere. non scherziamo con le persone, i loro sentimenti e i loro valori. non scherziamo affatto. la comunicazione di questa mattina e’ semplicemente vergognosa». In effetti parrebbe, dalla lettura dell’articolo, che il bel Silvio sia un gangster qualunque ricercato dalla intelligence americana. Agostino commenta sulla pagina di Paolucci:«un avviso di garanzia fa curriculum, quando si è con la coscienza pulita non è un problema . Purtroppo anche quando sono fesserie è difficile farlo capire in famiglia ed è questo che non considera chi scrive. Dovetti spiegare una faccenda di questo tipo A MIO NONNO ULTRA OTTANTENNE. NON FU FACILE. Capì anche lui più tardi che funziona così, fa parte del gioco. Ti abbraccio forte». Certo è che una condanna mediatica è più potente di una condanna penale e il segretario lo sa:«non centrano firme false. i pm hanno chiesto assoluzione. non viene riportato nulla. e’ vergognoso. nel caso mio invece la discussione avverra l anno prossimo per scelta dunque non centro niente con la condanna. e’ vergognoso far passare questa comunicazione. Al di la del fatto che ci sto male, si vuol colpire persona (me) e partito. Gratuitamente. Una vera e propria carognata. in modo da colpire l unica forza politica che oggi sembrerebbe avviata a conquistare governo del Paese e Regione. Prendo atto di questa scelta della testata». Interviene Camillo D’alessandro:«Alla ,libertà di stampa coincide un altrettanto diritto di critica alla stampa. È’ indecente quanto accaduto. Poi mi soffermerei molto sulla storia degli articoli di quella pagina e tutto sarebbe più chiaro. In Abruzzo andrebbe svelato fino in fondo come e perché i giornali scrivono in un certo modo. Nel caso che ti riguarda si sbatte la tua faccia a fianco ad un titolone che non c’entra nulla con la tua posizione, così chi legge lo accosta a te ( persona) ed al PD». Perché caro consigliere non lo sveliamo subito questo mistero su come e perché giornali scrivono in un certo modo? Avete blogger e giornalisti indipendenti che lavorano onestamente e guadagnano con il proprio lavoro il pane che mangiano la sera a cena. Cosa aspettate a denunciare questi fatti? Finiamo con un post di Francesco Piccolotti per sdrammatizzare:«te lo avevo detto che la cravatta viola portava sfiga!!!!scherzo sulla tua onestà non si discute….sulle tue capacità si!!!!!hahahahahahaha». Per caso Piccolotti è ancora assessore provinciale di Chieti? Nel caso me ne preoccuperei, da cittadino.

 

di Antonio Del Furbo


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