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Lo scandalo sul terremoto dell’Aquila pare non avere fine. Quella famosa luce in fondo al tunnel, almeno per ora, non appare all’orizzonte. 

La notizia fu data dal ‘Fatto’ poco più di un anno fa e, ad oggi, non si capisce ancora dove siano finiti i cinque milioni di euro donati dagli italiani per ‘dare una mano’ alla ricostruzione dei luoghi colpiti dal sisma del 2009. Inizialmente erano fermi nei forzieri degli istituti di credito. E ora? La Etimos, che ha gestito direttamente il patrimonio ci ha pure guadagnato.

 

ETIMOS CHI?

“Etimos è un consorzio cooperativo internazionale che ha la propria sede in Italia, quattro uffici regionali in Sri Lanka, Senegal, Perù e Argentina, una presenza diffusa in oltre 40 paesi, tra Europa, Asia, Africa e America Latina, attraverso una rete di oltre 280 organizzazioni socie. Etimos fa parte di un network più ampio, che comprende (oltre al Consorzio, alle società regionali e alle controllate Etimos Venture e Coop-Id) una fondazione di partecipazione (Etimos Foundation) e un’impresa sociale (MxIT-Microcredito per l’Italia) impegnata in attività di microfinanza e inclusione sociale in Italia”. 
Etimos è specializzato nel sostegno alle istituzioni di microfinanza e alle organizzazioni di produttori e nella promozione della microimpresa. Che c’entra quindi con i fondi per L’Aquila?

 

COLPA DELLE BANCHE 

Tanto per cambiare nelle banche finirono ben 5 milioni di euro arrivati via sms dopo il terremoto dell’Aquila sotto forma di donazione. E come hanno gestito questi signori questa montagna di denaro? Come un qualsiasi rapporto bancario. Le banche hanno imposto, ai terremotati che hanno richiesto il prestito per rimettere su i propri immobile, anche criteri di ‘solvibilità’. Criteri che, se giudicati abbastanza solidi, hanno consentito l’accesso al credito, da restituire con annessi interessi. 

 

BERTOLASO L’UOMO CHIAVE

Bertolaso, che all’epoca del disastro dell’Aquila aveva pieni poteri, decise che quei 5 milioni sarebbero stati destinati al post emergenza e alle banche, non utilizzati in quei momenti così drammatici. La Etimos di Padova, quindi, raccolse l’intera somma. Che vuol dire aiuti sì, ma pagati a caro prezzo. “Le persone si sono rivolte alle banche (consigliate da Etimos, ovviamente) – scrive il ‘Fatto’ – e qui hanno contrattato il credito. Ma chi con il terremoto è rimasto senza un introito di quei soldi non ha visto un centesimo. Non è stato in grado neppure di prendere il prestito perché giudicato persona a rischio, non in grado di restituire il danaro”.

 

I NUMERI

Dai numeri raccolti dal ‘Fatto’ apparve tutto molto chiaro:”Quello che è successo in questi 3 anni è molto trasparente, al contrario della richiesta di donazione via sms che non precisò a nessuno dove sarebbero finiti i soldi. Nemmeno a un ente, la Regione Abruzzo che, paradossalmente, domani potrebbe usare quei soldi per elicotteri o auto blu. La Etimos, accusata nei giorni scorsi su alcuni blog di aver gestito direttamente il patrimonio, ci ha sì guadagnato, ma non fatica ad ammettere come sono stati usati i soldi: dei 5 milioni di fondi pubblici messi a disposizione del progetto dal dipartimento della Protezione civile, 470 mila euro sono stati destinati alle spese di start-up e di gestione del progetto, per un periodo di almeno 9 anni; 4 milioni e 530 mila euro invece la cifra utilizzata come fondo patrimoniale e progressivamente impiegata a garanzia dell’erogazione dei finanziamenti da parte degli istituti di credito aderenti. Intanto sono state 606 le domande di credito ricevute (206 famiglie, 385 imprese, 15 cooperative). Di queste 246 sono state respinte (85 famiglie, 158 imprese, 3 cooperative) mentre 251 sono i crediti erogati da gennaio 2011 a oggi per un totale di 5.126.500 euro (famiglie 89/551mila euro, imprese 153/4 milioni 233mila e 500 euro, cooperative 9/342mila euro). Infine 99 domande sono in valutazione (68 famiglie, 28 imprese, 3 coop)”.

I terremotati sono stati praticamente esclusi. 

 

48580

Con il numero 48580 furono raccolti 18 milioni di euro. “L’importo raccolto dai gestori telefonici ammonta complessivamente a 17.958.437,94 euro (quasi 18 milioni) che sono stati finalizzati per la maggior parte al progetto C.a.s.e. E, in parte, per la ricostruzione della scuola materna di Onna” specificò la Protezione Civile in un’intervista a Valerio Staffelli. “Ovvero, tutte iniziative direttamente inerenti alla ricostruzione”. 

Steffelli però si sofferma anche sulla polemica che ha riguardato la Etimos:”La polemica è nata da un’informazione infondata: la Etimos Foundation Onlus, in realtà, ha avuto sì in gestione 5 milioni di euro, ma questi provengono dai 40 milioni raccolti attraverso altre iniziative di solidarietà, non dagli sms solidali. Denaro che, per altro, la Etimos sta utilizzando con l’appoggio della Protezione Civile per erogare microcrediti a famiglie, piccole imprese, cooperative e imprese sociali, senza chiedere alcuna garanzia personale o patrimoniale”.

Siamo d’accordo su questo. Ma le banche come mai hanno preteso e pretendono ancora oggi garanzie per i prestiti?

 

ZdO

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