Le dichiarazioni del ministro della Difesa, Guido Crosetto, non lasciano spazi a dubbi. In una intervista osserva che gli attacchi alle navi nel Mar Rosso non sono solo un’offensiva militare, ma un nuovo capitolo “di guerra ibrida”.
La decisione degli Houthi di non colpire le navi cinesi e russe di fatto “altera le regole del commercio mondiale” aggiunge Guido Crosetto. E quindi la missione europea è ancora più urgente “per gli interessi italiani”. Il ministro spiega che “l’Italia manderà una nave nel Mar Rosso, che si aggiunge a quelle già presenti in zona per le altre missioni. Per andare più rapidi abbiamo trovato un accordo con Francia e Germania. Poi, però, per dei puri dettagli, si perdono settimane e ora non ce lo possiamo permettere”.
“Abbiamo trasformato le forze armate con l’idea che non ci fosse più bisogno di difendere il nostro territorio e che la pace fosse una conquista di fatto irreversibile. Le forze armate, in questo quadro, al massimo partecipano a missioni di pace, senza arrivare a scontri veri e propri. Ora i recinti sono stati abbattuti, non ci sono più regole”.
“Il ruolo del ministro della Difesa presuppone di prendere in considerazione gli scenari peggiori possibili”. E il peggiore degli scenari è “doversi difendere sul proprio territorio. Altra cosa che va prevista è intervenire in Paesi lontani per difendere gli interessi italiani. So che è un discorso difficile da accettare perché tutti noi tendiamo a nasconderci in una comfort zone”.
Ma sarebbe sbagliato parlare di svolta militarista.
“Noi non vogliamo la guerra – assicura Crosetto – i riservisti non servono per fare la guerra, ma per difendersi, in supporto alle forze armate regolari, e solo nel caso, poco probabile, di un attacco diretto. Non c’è una visione ideologica, ma pragmatica. Come in Svizzera che non partecipa a conflitti da secoli ma è pronta a difendersi”. Si tratta “di volontari che, in caso di necessità, possono essere attivati per affiancare le forze armate. I militari dovranno specializzarsi sempre di più, ma poi serve un bacino più ampio”.
“In Ucraina guerra ancora lunga”
“La pace non è un’opzione nelle nostre mani: la guerra continuerà a lungo perché Putin ha ancora l’idea di arrivare a Kiev”, ribadisce il ministro della Difesa.
Il sostegno all’Ucraina si sta affievolendo? “Potremmo girarci dall’altra parte – risponde il ministro – poi però ci troveremmo i carri armati di Putin sotto casa”.