"Alzare il livello della lotta": così i No pass annunciano altre manifestazioni
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Pronti a tornare in piazza, a Roma e non solo. Il giorno dopo i No Pass appaiono più determinati del solito. Hanno voglia di ricominciare.

A quando la prossima invasione?”, dicono i No pass. “Dobbiamo giocare sporco, mettere anziani e bambini davanti alle manifestazioni”, propongono. “Vogliono la guerra, e guerra avranno”, aizzano. L’arresto dei vertici di Forza Nuova, che sabato hanno condotto la folla verso la sede nazionale della Cgil, è poco più che un inciampo.

“Dammi pure del fascista, io ne vado fiero, per me non è un insulto”.

Sul canale Telegram ‘No green pass vinciamo noi non si arretra di un passo.

“Altro che, ci vorrebbe un po’ di sano fascismo” si legge. “Ieri a Roma – commentano sul canale – hanno saccheggiato letteralmente la sede della CGIL, la sede delle armate rosse, la sede dei comunisti. Guardate dove siamo arrivati per colpa di queste talpe, poi ci lamentiamo dei neo fascisti?? Ovviamente in televisione fanno vedere che hanno arrestato quei 4 teppistelli, ma il problema è che dietro al corteo dei neo fascisti c’erano 10.000 persone e tutti loro non sono fascisti ma gente che si è rotta i c……i. Hanno fatto vedere anche donne e anziani davanti la sede CGIL, figurati se sono estremisti di estrema destra. Questo è quello che serve, con le manifestazioni pacifiche nessuno ci caga di striscio. Piazza del popolo sommersa 50.000 persone, 40 agenti feriti, di cui 15 presi a manganellate in testa davanti la CGIL, e ripeto quando vedete la gente nei Servizi che tira i bastoni contro le camionette, sassi contro la polizia, quelli non sono di Forza nuova, è gente come noi. Ovviamente non possono dire che migliaia di gente comune è incazzata nera e fa certe azioni , piuttosto meglio dire che c’erano 4 teppisti fascisti”.


Le stime del ministero dell’Interno

Secondo le stime del Viminale, ad oggi sono 30mila gli italiani ostili al vaccino che intendono proseguire il “lavoro” cominciato a Roma. Esattamente il numero dei partecipanti al più seguito gruppo Telegram sul tema, condensatore dell’astio nei confronti delle misure anti-Covid decise dal governo. Il calendario che preoccupa le forze dell’ordine ha almeno quattro date cerchiate di rosso: 12 ottobre, 15 ottobre, 16 ottobre, 30 ottobre.

“Alzare il livello della lotta”

A eccitare gli animi della chat è l’amministratore, che postando due filmati degli scontri tra centinaia di manifestanti e la polizia nei pressi di Piazza del Popolo, scrive ironicamente: “Tutti di Forza Nuova e fascisti, vero?”. Un utente di nome Felsineo commenta: “Avanti tutta! A quando la prossima?”. Gli risponde RR: “Nuova manifestazione il 16 contro i sindacati”.

I messaggi si sovrappongono: “Bisogna agire il 15, primo giorno di obbligo green pass sul lavoro. Attenti alla Digos, sono tra di noi per iniziare le violenze”. Mauri: “Ci attaccano come fossimo terroristi, quando siamo pacifici. La gente non ne può più. Vogliono la guerra e guerra avranno, sarà sommossa popolare”. Tony suggerisce un altro obiettivo, i giornalisti: “Prossima tappa sfasciare tutta la redazione di TgCom24, dicono una marea di stupidaggini”. Sabrina: “Per scendere e protestare non occorre permesso, visto che siamo in dittatura”. Mimì: “Bisogna alzare il livello della lotta entro venerdì, il governo dei migliori composto da vermi di sinistra, centro e destra hanno dichiarato guerra ai lavoratori. Sono tutti nemici, indistintamente”. Mita: “Perché non si manifesta il 15 ottobre in modo che tutte le persone che non faranno entrare al lavoro vengano a Montecitorio?”. Gabi: “Oppure il 16, quando ci sarà la Cgil in piazza”. Krampa: “O il 30 ottobre a Roma, durante il G20”.

Quelli di IoApro

Da manuale, per chi conosce i meccanismi dei social, la comunicazione di “Io Apro”, il cui leader Biagio Passaro è stato arrestato. Sfruttano il principio delle “camere dell’eco”, dove si ripete ossessivamente lo stesso messaggio (“combattiamo per la nostra libertà”) indicando due nemici: il governo e i poliziotti. Sul calendario hanno segnato una data, il 12 ottobre. Oggi. “Ci stanno chiudendo i social ma noi dobbiamo chiudere il Paese”, “Munirsi di viveri e coperte”, “bloccheremo le principali arterie del Paese”.

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