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Spesso l’Aca è finita nell’occhio del ciclone per alcuni presunti illeciti denunciati ora da una parte, ora dall’altra. E stamattina è arrivata la bomba: alle prime luci dell’alba, la Forestale di Pescara, L’Aquila e Chieti, insieme alla Squadra Mobile di Pescara, ha sottoposto cinque persone agli arresti domiciliari.

Spesso l’Aca è finita nell’occhio del ciclone per alcuni presunti illeciti denunciati ora da una parte, ora dall’altra. E stamattina è arrivata la bomba: alle prime luci dell’alba, la Forestale di Pescara, L’Aquila e Chieti, insieme alla Squadra Mobile di Pescara, ha sottoposto cinque persone agli arresti domiciliari.

I nomi sono di quelli che fanno rumore: Ezio Di Cristoforo, Presidente dell’ACA spa; Marcello Lancia, amministratore unico dell’ATER di Chieti; Ernesto Marasco, dirigente dell’ATER di Chieti, Alessandro Faraone, geometra dell’ATER di Chieti, e Salvatore Tasso, geometra del settore Lavori Pubblici del comune di Montesilvano. Almeno 100 uomini, tra Poliziotti e Forestali, hanno perquisito le sedi dell’Azienda Comprensoriale Acquedottistica, dell’Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale di Chieti e dell’Ufficio Nucleo Contratti dell’Ispettorato Infrastrutture dell’Esercito Italiano di Pescara, nonché l’ufficio Lavori Pubblici del Comune di Montesilvano. Perquisita anche la sede della Regione Abruzzo – Ufficio Appalti e Contratti di L’Aquila. I reati contestati sono, a vario titolo, corruzione, concussione,  turbata libertà degli incanti, falso e truffa. 

Tutto parte dal 14 dicembre

Gli arresti sono scaturiti dal prosieguo dell’indagine che, lo scorso 14 dicembre, aveva portato agli arresti degli imprenditori aquilani Claudio e Antonio D’Alessandro e del Vice Sindaco di Cepagatti Leone Cesarino. Decisivo è stato il ritrovamento, in occasione di quegli arresti, di una contabilità segreta che il Gip definisce nella sua ordinanza “mastrino delle tangenti”, in cui l’imprenditore Claudio D’Alessandro aveva annotato una serie di dazioni di denaro consegnate a più pubblici ufficiali. E’ per questo che l’imprenditore, anche alla luce del compromettente materiale probatorio raccolto, ha maturato la volontà di collaborare con gli inquirenti, svelando uno scenario inquietante: un articolato sistema illecito basato sulla sistematica manipolazione di gare pubbliche espletate tra il 2010 e il 2012.

Le gare “turbate”

Polizia e Forestale parlano più volte di “gare turbate”; per quanto riguarda l’ACA, si fa riferimento a quelle sulla manutenzione ordinaria della rete fognaria di Pescara degli ultimi quattro anni per un importo complessivo di € 1.600.000 circa. Le tangenti corrisposte a Ezio di Cristoforo, in più tranche, ammontano a circa € 50.000 con la promessa di ulteriori € 48.000 per l’aggiudicazione dell’appalto per la manutenzione fognaria per l’anno 2013-2014. Le gare turbate bandite dall’ATER di Chieti sono invece relative alla riparazione dei danni provocati dal terremoto alle palazzine di Via Amiterno di Chieti per un importo complessivo di € 1.200.000. Le dazioni corrisposte da Claudio D’Alessandro a Lancia ammontano a circa € 90.000 più ulteriori dazioni corrisposte a Marasco e Faraone. Ci sono poi le gare bandite al Comune di Montesilvano, per il completamento della Scuola di Villa Verrocchio e per i lavori di Via Maresca per un importo di € 900.000 circa. Le dazioni corrisposte a Salvatore Tasso ammontano a € 9.000 con la promessa di ulteriori dazioni pari a € 29.000. Le gare turbate bandite dall’Ufficio Infrastrutture dell’Esercito, infine, sono inerenti i lavori svolti alla Caserma Clementi di Ascoli Piceno e la Caserma Falcinelli di Ancona, per circa € 400.000. In relazione a questi appalti, Claudio D’Alessandro avrebbe consegnato a un Tenente Colonnello 20.000 euro in varie tranche. Gli inquirenti hanno accertato anche l’assunzione del figlio dell’ufficiale presso una ditta riconducibile a D’Alessandro.

Lo scandalizzato

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