Assistenti sociali denunciati per violenza privata e maltrattamenti: bimbo spedito a 100km da casa
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Tre assistenti sociali, una psicologa e il direttore di un’unità operativa complessa locale sono stati denunciati per reati gravissimi quali violenza privata, maltrattamenti, falsità ideologica, mancata esecuzione dolosa di un provvedimento di un giudice e abuso d’ufficio

Treviso, assistenti sociali denunciati. I professionisti sono stati ritenuti colpevoli di gravi comportamenti tenuti nei confronti del bimbo di sei anni spiegano Famiglieunite.it. Il bimbo per due anni era stato affidato a una famiglia e “ora strappato per essere destinato a nuovi affidatari sconosciuti e distanti oltre cento chilometri”. Una condizione, questa, non gli permetterebbe di avere più costanti rapporti né con i familiari né con i compagni di scuola.

Nessun problema nell’affidamento

Per Famiglieunite.it “non c’erano problemi di inserimento nella famiglia affidataria: anzi erano affidatari splendidi, con i quali andavano d’accordo sia il piccolo che i genitori naturali. In poco tempo il bimbo si era ambientato, migliorando nei problemi di sviluppo che presentava. Portarlo ora senza motivo così lontano pregiudicherebbe il suo benessere e il rapporto con la sua famiglia di origine. Ma c’è di peggio, la relazione che gli assistenti sociali e la psicologa avrebbero steso e presentato al Tribunale per i minorenni di Venezia per motivare la scelta di cambiare famiglia affidataria sarebbe completamente manipolata: i genitori naturali e quelli affidatari sarebbero dipinti come delle persone inadeguate, così come la zia paterna, nonostante abbia in affidamento il fratello più grande di questo bambino”.

C’è da chiedersi quindi: è mai possibile che in tutto il Veneto non ci sia una famiglia adeguata ad accogliere questo bambino e sia necessario trasferirlo così lontano?

L’appello

Famiglieunite.it si appella al Presidente del Veneto per favorire il ripristino del collocamento precedente del bambino e per avviare indagini volte a individuare eventuali responsabilità delle persone che si sono occupate di questa famiglia.

Si vuole capire, in sostanza, se ci siano criticità nel sistema della tutela minorile di Treviso e del Veneto al fine di prendere i necessari provvedimenti affinché questo tipo di situazioni non si verifichino mai più.

La petizione è stata indirizzata – oltre che a Zaia – anche al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, all’Assessore alla Sanità e ai Servizi Sociali del Veneto, Dott.ssa Manuela Lanzarin, al Garante dell’Infanzia e Adolescenza
Avv. Mario Caramel e al Presidente dell’Ordine degli Assistenti Sociali del Veneto
Dott.ssa Mirella Zambello.

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