Attilio Fontana indagato per autoriciclaggio e false dichiarazioni
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Sono 5,3 i milioni di euro che Attilio Fontana ha riportato in Italia con la voluntary disclosure del 2015. Ma da dove arrivano?

Stando alle dichiarazioni di Attilio Fontana si tratta dei risparmi di una vita della madre dentista, da cui li ha ereditati dopo la morte a 92 anni. Ma potrebbero anche essere proventi dell’attività da avvocato del governatore non dichiarati al Fisco. 

L’inchiesta

La procura di Milano ha inviato in queste ore una rogatoria alle autorità svizzere per chiarire questi dubbi. Nel nuovo filone d’indagine sui soldi scudati in Svizzera, il governatore Attilio Fontana risulta ora indagato per falsa dichiarazione in voluntary e autoriciclaggio. Gli investigatori vogliono completare gli ultimi tasselli mancanti all’inchiesta che si occupa della vicenda legata al cognato del governatore, Andrea Dini. Si tratta della fornitura dei 75mila camici e dispositivi di sicurezza anti Covid affidati da Aria a Dini.

Una vicenda che vede Fontana e lo stesso Dini indagati per frode in pubbliche forniture.

Operazione che si blocca nel momento in cui si inizia a parlare in tv e sui giornali dell’affidamento in conflitto di interessi. La vendita viene stoppata e trasformata in donazione, e 25mila camici non vengono più forniti da Dama alla Regione. Contestualmente Fontana decide di risarcire il cognato, ordinando un bonifico da 250mila euro dai suoi soldi depositati su un conto svizzero gestito dalla milanese Unione Fiduciaria e gestito fino allo scudo fiscale da un doppio trust alle Bahamas dal 1997. 

Per questa ultima movimentazione di denaro, la Procura – con i pm Carlo Scalas, Luigi Furno e Paolo Filippini, coordinati dall’aggiunto Maurizio Romanelli – ha chiesto chiarimenti ai vari professionisti che hanno curato il rientro dei capitali del politico leghista. 

5 milioni in Svizzera

Gli investigatori attenzionano la provvista dei 5 milioni in Svizzera che Fontana ha dichiarato al fisco come eredità. Di questo denaro (gestito prima della voluntary da una fondazione familiare chiamata Obbligo e schermato da un trust) secondo i primi accertamenti risulterebbe che 3 milioni siano effettivamente risparmi della madr, mentre nulla si sa degli altri 2 milioni. È proprio su questi che gli investigatori vogliono fare chiarezza.

Fontana aveva definito quel conto presso la Ubs Switzerland di Lugano “non operativo fin dagli anni ’80”, anche se l’Agenzia delle Entrate ha tracciato diversi movimenti in entrata e uscita, prima dell’adesione alla voluntary disclosure. Proprio prima del 2015, sul conto arrivano per esempio altri 600 mila euro circa. Nel 2013 ammonta a 4,7 milioni, due anni dopo Fontana ne dichiara 5,3.  

Movimentazioni che per la Procura non possono spiegarsi semplicemente con l’eredità materna. E spera di ottenere dalla Svizzera le risposte ai buchi nella versione fornita dal governatore lombardo. Che non ha chiarito come mai un patrimonio creato in maniera legale andasse scudato con due trust alle Bahamas, di cui lo stesso Fontana era il beneficiario. 

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