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Mimmo Grosso si definisce «persona educata e rispettosa» ma dopo aver letto un nostro articolo definisce l’autore un «Testa di Cazzo»

Dopo l’ultimo articolo sulla questione del dragaggio pubblicato qui su zone d’ombra è successa una cosa  che, sinceramente, non mi sarei mai aspettato. Mimmo Grosso sulla sua pagina facebook da al sottoscritto del «Testa di cazzo» per aver riportato in un mio articolo (DRAGAGGIO: ALTRI 650 MILA EURO ALLA MARINERIA DALLA REGIONE ABRUZZO) i fatti come si sono svolti e aver fornito, alla fine, una osservazione del tutto personale. La Regione Abruzzo, dopo l’ennesimo incontro con la marineria di Pescara, aveva promesso di reperire 650 mila euro che, dopo l’ultima seduta del Consiglio regionale, è sceso a 300 mila.   A questa somma vanno aggiunte 200 mila euro: 100 mila stanziate da Comune e Provincia di Pescara e altre 100 mila dalla Camera di Commercio di Pescara. La mia riflessione è stata quella di far notare a Mimmo Grosso e ai suoi colleghi che, se si è giunti a questo importante traguardo, il merito è anche degli organi d’informazione che, da oltre un anno, stanno avendo i riflettori accesi sull’argomento. Vorrei ricordare che in Abruzzo ci sono centinaia di vertenze aperte e migliaia di posti di lavoro a rischio con altrettanti padri e madri di famiglia senza stipendi. A me pare, forse mi sbaglierò, che sia la politica sia l’informazione non abbiano dedicato la stessa attenzione. Chiederei a Gianni Chiodi piuttosto che all’assessore regionale Mauro Febbo se gran parte dei lavoratori licenziati in Abruzzo non avrebbero avuto diritto anch’essi allo stesso trattamento riservato alla marineria. Spesso politica e informazione fanno finta di litigare ma poi su questioni importanti convergono (vedi dragaggio). Seppur le casse regionali siano vuote, il Consiglio ha scelto di destinare 300 mila euro alla marineria. Ora, magari, Mimmo Grosso penserà che tutto questo si sia ottenuto grazie alla provvidenza o per intercessione di qualche politico che loro stimano molto. Io non la penso così e fin quando ci sarà libertà d’informazione e di pensiero lo scriverò. Sono convinto, come scritto nell’articolo, che quei soldi che la marineria ha preso e prenderà, sono anche soldi bagnati del nostro sudore. Sono soprattutto soldi pubblici. Punto. Se ci si definisce «persone educate e rispettose» bisogna riconoscere che possono esistere anche differenti punti di vista sulle questioni, senza tacciare per questo la gente per teste di cazzo. Non mi sento di appartenere a nessuna lobby e sono libero di scrivere ciò che voglio e penso e il resto non m’interessa. Non sono portaborse di editori televisivi né di politici di sinistra, di centro o di destra. Ciò che interessa al sottoscritto è raccontare le cose fin quando ne avrà la possibilità.

di Antonio Del Furbo


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