Nemmeno un anno fa il primo cittadino teatino sfoggiava il suo grande gioiello multimediale di avanguardia comunicativa. Scienziati e ricercatori universitari hanno lavorato per mesi partorendo tale progetto. Una perla inaugurata nemmeno un anno fa in pompa magna con giornalisti accorsi strisciando.
Nemmeno un anno fa il primo cittadino teatino sfoggiava il suo grande gioiello multimediale di avanguardia comunicativa. Scienziati e ricercatori universitari hanno lavorato per mesi partorendo tale progetto. Una perla inaugurata nemmeno un anno fa in pompa magna con giornalisti accorsi strisciando.
La parola totem in antropologia, fonte wikipedia, rappresenta:«un’entità naturale o soprannaturale che ha un significato simbolico particolare per una singola persona oclan o tribù, e al quale ci si sente legati per tutta la vita». Non sappiamo se per l’amministrazione comunale teatina e, per il sindaco specialmente, tale totem pubblicitario possa rappresentare il “Divino” ma di sicuro il buon Di Primio deve capacitarsi del fatto che sicuramente alla “Divinità” multimediale non potrà legarsi per tutta la vita. Il fascio del colle teatino voleva creare, quel 27 ottobre 2012, un filo diretto tra il Comune e i cittadini offrendo la possibilità di comunicare direttamente ai teatini informazioni inerenti la vita sociale, lavorativa e politica della città. Ottima idea peccato però, stando alle segnalazioni di alcuni suoi stessi cittadini, il “Divino totem” a nemmeno un anno di funzionamento, si è bloccato. O meglio pare sia tornato tra gli ambienti delle divinità celesti.
«È uno strumento informativo che noi vogliamo diventi strumento indispensabile per il Comune» dichiarava il giorno dell’inaugurazione Umberto di Primio che, non contento, proseguiva:«Nostra intenzione è di attivarne uno anche alla stazione. Molti cittadini, in maniera semplice e immediata, possono finalmente accedere ad alcune informazioni, come ad esempio il pagamento dell’acqua, considerando che non tutti leggono il giornale o sentono l’auto con l’altoparlante».
Meglio lo “strillone”?
Ma se l’amministrazione comunale di Chieti avesse assunto lo strillone non avrebbe risparmiato soldi e dato un servizio ottimale e, soprattutto, senza interruzione?
di Antonio Del Furbo