Crisi di governo: Sergio Mattarella convoca Mario Draghi
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Sergio Mattarella convoca Mario Draghi per affrontare la drammatica crisi di governo. L’ex presidente della Bce salirà al Quirinale domani alle 12.

Mattarella ha richiamato tutte le forze politiche alla responsabilità, chiedendo di sostenere un governo di unità nazionale.

Il governo non si fa. Rottura definitiva. “Nessuna maggioranza per Conte”

L’alternativa sarebbero solo elezioni anticipate, lasciando tuttavia il Paese per un lungo periodo nell’incertezza, ha detto il capo dello Stato.

Il presidente della Repubblica dopo aver registrato il fallimento del mandato esplorativo del presidente della Camera Roberto Fico ha osservato che a questo punto esistono due vie: quella di un incarico o del voto.

Crisi di governo: i motivi del governo nazionale

La crisi sanitaria ed economica “richiede un governo nella pienezza delle sue funzioni e non un governo con l’attività ridotta al minimo”.. “Dallo scioglimento delle Camere del 2013 – ha osservato – sono trascorsi 4 mesi per un governo, nel 2018 ‘5 mesi’. Si tratterebbe di tenere il nostro Paese con un governo senza pienezza delle funzioni in mesi cruciali. Tutte queste preoccupazioni sono ben presenti ai nostri concittadini, che chiedono risposte urgente”. Per questo Conto di “conferire al più presto incarico per formare governo che faccia fronte con tempestività alle gravi emergenze non rinviabili”, un incarico “ad alto profilo”, ha osservato il capo dello Stato. 

Le parole di Fico

“Allo stato attuale permangono distanze alla luce della quali non ho registrato unanime disponibilità per dare vita alla maggioranza” ha detto il Presidente della Camera Roberto Fico al termine del colloquio con il Capo dello Stato. Le parole di Fico arrivano dopo una giornata di altissima tensione sulla crisi di governo dopo le mancate intese su nomi e contenuti ai tavoli del programma e per la squadra di governo. Scambio di accuse tra gli ex alleati con Iv che, di fatto, arriva allo strappo finale. “Bonafede, Mes, scuola, Arcuri, vaccini, Alta Velocità, Anpal, reddito di cittadinanza. Su questo abbiamo registrato la rottura, non su altro. Prendiamo atto dei niet dei colleghi della ex maggioranza. Ringraziamo il presidente Fico e ci affidiamo alla saggezza del Capo dello Stato”, scrive su Facebook il leader di Iv Matteo Renzi.

 Il senatore di Rignano, dunque, mette a verbale lo strappo, una rottura che viene commentata come “inspiegabile” da qualificate fonti dem.

Le chat di Renzi

“La barzelletta che non si chiude sul verbale è, appunto, una barzelletta. Qui lo scontro è altissimo sui contenuti: dal Mes alle infrastrutture, dalla giustizia alla Torino – Lione e ovviamente sui nomi. Crimi ha detto che non intendono cedere su nessuno a cominciare da Bonafede e Azzolina. Domenico Arcuri e Mimmo Parisi non si toccano. Possono sostituire la Catalfo solo se non ci va la Bellanova. E per vicepremier al momento è in ballo Fraccaro con Orlando”. Lo scrive Matteo Renzi, a quanto si apprende, in chat con i parlamentari di Italia Viva.

Le strade di Mattarella

 Due, quindi, le strade del presidente della Repubblica. Quali? “Dare, immediatamente, vita a un nuovo Governo, adeguato a fronteggiare le gravi emergenze presenti: sanitaria, sociale, economica, finanziaria. Ovvero quella di immediate elezioni anticipate”. “Questa seconda strada va attentamente considerata, perché le elezioni rappresentano un esercizio di democrazia – ha chiarito l’inquilino del Colle – Di fronte a questa ipotesi, ho il dovere di porre in evidenza alcune circostanze che, oggi, devono far riflettere sulla opportunità di questa soluzione”.

Quali sono queste circostanze? Intanto che “il lungo periodo di campagna elettorale – e la conseguente riduzione dell’attività di governo – coinciderebbe con un momento cruciale per le sorti dell’Italia”. “Sotto il profilo sanitario, i prossimi mesi saranno quelli in cui si può sconfiggere il virus oppure rischiare di esserne travolti. Questo richiede un governo nella pienezza delle sue funzioni per adottare i provvedimenti via via necessari e non un governo con attività ridotta al minimo, come è inevitabile in campagna elettorale. Lo stesso vale per lo sviluppo decisivo della campagna di vaccinazione, da condurre in stretto coordinamento tra lo Stato e le Regioni“.

Ma non è solo un’emergenza sanitaria a sconsigliare il ritorno al voto. “Sul versante sociale – tra l’altro – a fine marzo verrà meno il blocco dei licenziamenti e questa scadenza richiede decisioni e provvedimenti di tutela sociale adeguati e tempestivi, molto difficili da assumere da parte di un Governo senza pienezza di funzioni, in piena campagna elettorale”. Poi ovviamente c’è il Recovery.

“Entro il mese di aprile va presentato alla Commissione Europea il piano per l’utilizzo dei grandi fondi europei; ed è fortemente auspicabile che questo avvenga prima di quella data di scadenza, perché quegli indispensabili finanziamenti vengano impegnati presto. E prima si presenta il piano, più tempo si ha per il confronto con la Commissione. Questa ha due mesi di tempo per discutere il piano con il nostro Governo; con un mese ulteriore per il Consiglio Europeo per approvarlo. Occorrerà, quindi, successivamente, provvedere tempestivamente al loro utilizzo per non rischiare di perderli”.

Un sorta di programma a cronometro fatto di scelte che “un governo ad attività ridotta non sarebbe in grado” di faee. “Per qualche aspetto neppure potrebbe – ha sottolineato il custode della Carta – E non possiamo permetterci di mancare questa occasione fondamentale per il nostro futuro”.

Le urne

Per questi motivi Mattarella ha escluso le elezioni anticipate. Anche perché in caso di ritorno alle urne sarebbe necessario un periodo molto lungo prima di avere un nuovo esecutivo nel pieno delle sue funzioni. E qui l’inquilino del Quirinale è entrato nel dettaglio.

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