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Non passa giorno che il buon Attilio non stupisca elettori, cittadini e “giornalisti” con le sue dichiarazioni da studente dell’high school college americano. Il “mayor” montesilvanese, in fissa sulla questione rifiuti, convoca i servi del giornalismo locale per gridare al complotto della famiglia Di Zio contro di lui e ribadire l’ottima scelta fatta dall’amministrazione in termini di riciclaggio dei rifiuti. Peccato che ne sia convinto solo lui. E qualche pseudo operatore dell’informazione.

Non passa giorno che il buon Attilio non stupisca elettori, cittadini e “giornalisti” con dichiarazioni da studente dell’high school college americano. Il “mayor” montesilvanese, in fissa sulla questione rifiuti, convoca i servi del giornalismo locale per gridare al complotto della famiglia Di Zio contro di lui e ribadire l’ottima scelta fatta dalla sua amministrazione in termini di riciclaggio dei rifiuti. Peccato che ne sia convinto solo lui. E qualche pseudo operatore dell’informazione. Il buon Di Mattia dovrebbe ancora spiegare al mondo intero, compreso i cittadini israeliani, il motivo per cui la sua anima ha sentito la necessità di rinnegare il bando della passata amministrazione in tema di rifiuti e “imporre”, senza se e senza ma, la tecnologia Arrow bio. Il giorno della presentazione del progetto(?) alla sala Consiliare del Comune di Montesilvano, più che sindaco della città, l’Attilio mezzo americano, mezzo europeo e mezzo israeliano, ci è apparso come l’addetto alla comunicazione della società israeliana tanto era il suo entusiasmo nell’annunciare l’avvento di questo “colosso” in terra abruzzese. In un’ora e mezza circa Attilio ha presentato, ha tradotto, ha spiegato e, dove gli ingegneri dell’Arrow bio non arrivavano, interveniva e dava risposte. Un genio. Perché questo prodigarsi? Perché questo discepolo dei “Public enemy” ora diffonde il messaggio e la parola della società israeliana? Mistero fitto.

Di Mattia su sentenza Tar e ricorso Rieco Spa
 
«Il TAR non ha accolto la domanda, avanzata dalla Rieco, di annullamento della revoca della gara indetta ed aggiudicata con il governo della vecchia amministrazione per la gestione del servizio di igiene urbana. Un servizio che sarebbe costato ai montesilvanesi oltre 31 milioni di euro in cinque anni». Questo scrive sulla pagina personale di facebook Di Mattia ma, probabilmente, lo fa in cattiva fede. Forse Attilio non sa, ma glielo ricordiamo noi, che il risparmio che lui annuncia stile discepolo di Gesù è scontato in quanto si tratta di tecnologia completamente diversa rispetto a quella della Rieco regolarmente riconosciuta a livello mondiale. «Il Tar, prosegue il primo cittadino, ha respinto anche la richiesta di annullamento degli atti della nuova gara per l’affidamento della nuova gestione del servizio che, in tempi record, abbiamo indetto ed affidato per circa 20 milioni di euro sempre in 5 anni. Dunque il Comune riuscirà a risparmiare circa 11 milioni di euro». Non aggiunge Di Mattia, però, che la tecnologia non è riconosciuta in Europa e, non avendo standard qualitativi imposti dalle direttive europee, può comportarsi come meglio crede. La soddisfazione del sindaco lascia il tempo che trova visto che i giudici hanno sostenuto la legittimità del provvedimento di revoca sottolineando che l’ente può avere un ripensamento su una gara d’appalto ma non afferma che tale scelta possa comportare un bene per la città. In sostanza: può l’amministrazione affermare che il metodo per il trattamento dei rifiuti dell’Arrow bio sia adottabile? Le giustificazioni del sindaco, per i giudici, sono logiche ma non entrano nel merito della tecnologia. Quindi, se fossimo nei panni del buon Attilio, staremmo un po’ più tranquilli. Ora i cittadini di Montesilvano attendono di vedere se la Arrow bio può operare sul territorio. 
 
E i cassonetti?

Di Mattia, inoltre, vuol far credere che con una diminuzione del numero di cassonetti da 1200 a 700/900 sia possibile gestire la quantità dei rifiuti prodotta dalla città. Il passaggio dal “porta a porta” a quella di “quartiere” appare una scelta avventata e non riconoscibile, come più volte detto, dalla comunità europea. Vedremo quali altre strategie mister “Rap” tirerà fuori.

 

 

 
 



 

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