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Giornali e giornalai raccontano, infangano e rovinano vite. 

 

Ammetto che appena ho letto la notizia sul presunto contratto che De Fanis avrebbe stipulato con la segretaria, mi sono cappottato dal ridere. E forse sono stato l’unico. Forse eravamo in due ad avere le lacrime agli occhi: io e la signora Lucia Zingariello. Io per l’operazione giornalistica messa in atto nei confronti della donna, lei per tutto quello che pseudo giornalisti gli stanno vomitando addosso. A quanto riportato da quel gran giornale specializzato in gossip, Repubblica, addirittura “C’era un contratto sessuale in vigore negli uffici della Regione Abruzzo. Un documento vero e proprio. Lo aveva redatto e sottoscritto – nero su bianco – l’assessore regionale alla Cultura, Luigi De Fanis”. Ve lo immaginate voi De Fanis a dettare alla segretaria un contratto con cui la legava a lui? Il Brad Pitt abruzzese sarebbe poi corso dal suo notaio a depositare il documento firmato dalla Zingariello. E se la 32enne non avesse rispettato il contratto? Peggio per lei. Il bel De Fanis sarebbe corso dai magistrati per denunciare l’accaduto e, con l’aiuto dei sindacati, avrebbe licenziato in tronco la povera donna. Con l’assessore alla Cultura non si scherza. Se si fosse sparsa la voce che il medico assumeva gente per non farla lavorare l’uomo si sarebbe macchiato di una colpa troppo grande. “Tutto avveniva in cambio di denaro: trentaseimila euro annui” riporta il quotidiano nazionale di cronaca rosa. “E lei, 32 anni, giovane e avvenente componente dello staff di De Fanis, che già aveva ottenuto da lui l’incarico di componente della sua segretaria particolare (da 1.200 euro al mese) per altro senza vincere nessun concorso, quell’ulteriore contratto – questa volta sessuale – lo aveva firmato. E ne teneva una copia in casa”. Ahahahahahahaha! Questa è stata la parte in cui sono stato trafitto dalla teatralità dello scrivano. Il momento topico di tutta l’inchiesta giornalistica è quando si legge che la donna, appunto, conserva in casa copia del fantomatico contratto sessuale. Mancano i particolari però. Ad esempio non sappiamo ancora se la copia la Zingariello la tenesse conservata in un quadretto in sala da pranzo oppure in camera da letto. Sono elementi determinanti, questi, per capire la personalità della donna e che un acuto giornalista non può non tenerne conto. E poi la donna che fa quando si accorge che qualcuno sta indagando? Prima dell’arrivo degli agenti della polizia giudiziaria della Procura di Pescara, strappa il contratto e lo butta nel cestino. Di casa ovviamente. Ma la Zingariello, ingenua, non aveva fatto i conti con gli uomini della Forestale che “hanno notato subito quei foglietti strappati e buttati nel cestino”.

Qualcuno in grado di articolare un ragionamento esiste in un Paese di truffatori, giornalai e mafiosi?

Antonio Del Furbo 

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