Fabrizio Di Marzio, la toga amica di Conte che avrebbe potuto interferire sulla decisione del Dap
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Un dato è certo: Giuseppe Conte al suo fianco ha un magistrato come consulente. Fabrizio Di Marzio è consigliere di Cassazione e docente universitario, ben introdotto nel mondo della politica romana. Siede nella commissione che fa le pulci ai conti dei partiti.

Di Marzio, però, è qualcosa di più: è il direttore dell’Osservatorio sulle Agromafie, di cui Conte è uno dei referee, ovvero colui l’incaricato di dare un parere circa la pubblicazione di un articolo o di un altro lavoro. Insomma, un rapporto, quello tra Conte e Di Marzio, ben consolidato

Il Dap è un posto di potere. Dalla poltrona della direzione si ha il polso della situazione delle 231 carceri italiane.

Nino Di Matteo era il candidato ideale al Dap sia come curriculum, sia come relazioni politiche: è una delle toghe più amate dal Movimento 5 Stelle. E tutto s’incastrava bene con la nomina, in quel giugno 2018, di Bonafede com ministro della Giustizia nel governo Conte 1. Le cose sono andate storte per Di Matteo perché a decidere pare sia stato Conte, uomo che nel mondo della giustizia ha rapporti, amici e consiglieri. In quelle ore cruciali dell’avvio del primo governo, Conte ha al suo fianco proprio Fabrizio Di Marzio. Il magistrato, come riferisce Il Giornale, ha un amico che i pregi e i difetti di Di Matteo li conosce bene: si tratta di Gian Carlo Caselli, che è stato il suo capo alla Procura di Palermo.

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