Matteo Renzi sorridente con i pollici alzati
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Le perquisizioni, ancora in corso, sono scattate questa mattina a Firenze e in altre città italiane. L’inchiesta riguarda quella aperta dalla procura fiorentina sui finanziamenti alla fondazione Open.

Al centro delle indagini dei pm l’ex “cassaforte” renziana, chiusa nel 2018. Open, fra l’altro, finanziava la Leopolda, la convention politica dell’ex premier Matteo Renzi.

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Indagato Alberto Bianchi

Per quell’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza è già stato indagato l’allora presidente presidente Alberto Bianchi. Oltre al traffico di influenze illecite, sarebbero contestati anche i reati di riciclaggio, autoriciclaggio, appropriazione indebita, false comunicazioni sociali e finanziamento illecito ai partiti. Secondo l’accusa “la fondazione Open ha agito come articolazione di partito, ha rimborsato spese a parlamentari, messo a loro disposizione carte di credito e bancomat”.

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Le perquisizioni

Sono venti le città coinvolte nelle perquisizioni, tra queste Firenze, Milano, Modena, Torino, Bari, Alessandria, Pistoia, Roma, Napoli e Palermo. In particolare, a essere attenzionate, alcune delle aziende che negli anni hanno finanziato la fondazione. Non tutti i soggetti perquisiti risultano indagati.

L’origine dell’inchiesta

L’inchiesta sulla fondazione Open – da cui sarebbero scaturite queste perquisizioni – è emersa nel settembre scorso quando a Firenze venne perquisito lo studio dell’avvocato Alberto Bianchi, ex presidente della Open, indagato per traffico di influenze illecite. Tra i documenti che gli furono sequestrati, ci sarebbero i bilanci della Open e la lista dei finanziatori della fondazione.

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Le accuse alla fondazione Open

Bianchi è l’uomo molto vicino a Renzi. Lui, insieme ad altri, farebbe parte di quel “Giglio Magico” che consiglia e sostiene l’ex presidente del Consiglio, oggi a capo del nuovo partito “Italia Viva”. A settembre, nel suo studio di via Palestro a Firenze, la Finanza ha sequestrato i documenti che inquadrano le attività della Fondazione Open. È da quelle carte che sono riusciti a risalire ai nominativi dei finanziatori dell’attività politica dello stesso ente. Analizzando i verbali delle operazioni compiute dalla Guardia di Finanza emergerebbe che Open ha agito da “articolazione di partito politico”. Sospetti ha generato la costituzione del “comitato per Matteo Renzi segretario” e la successiva campagna elettorale per le primarie di partito nel 2013. Sotto la lente di ingrandimento sarebbe finita anche la campagna elettorale per il referendum costituzionale del 2016.

L’azione da “articolazione di partito politico” da parte della Fondazione Open sarebbe ravvisata dalla procura di Firenze anche dalla presenza di ricevute di versamento da parte di alcuni parlamentari. L’ente fondato dall’avvocato Bianchi avrebbe anche “rimborsato spese a parlamentari” che al tempo erano nel Partito democratico. 

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