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Niente, non ce la fanno proprio ad avere un minimo di rispetto né per gli italiani, né per chi li ha votati. Stanno dappertutto: in tv, in radio, sul web. Ma tranne dove devono stare: in Parlamento.

Accade così, che appena dopo le lacrime, stracciamenti di vesti, urla e colpi in petto, tutto cambia (apparentemente) ma tutto resta come prima. Anzi, peggio di prima.

E succede che quel povero (si fa per dire, è sempre un sangue blu) presidente del Consiglio Paolo Gentiloni Silveri, si è ritrovato all‘assemblea del Senato, chiamata ad ascoltarlo sulla situazione di emergenza in Centro Italia, solo soletto.

A dir la verità il premier era supportato da tutti i ministri che lo ascoltavano con attenzione, ma tra i banchi del Senato la partecipazione non è stata massima. Diciamo quasi nulla.

Eppure in questi giorni in tanti hanno pianto per la tragedia e in tanti, sempre tra i politici, hanno dichiarato guerra a una situazione vergognosa. A chiacchiere. Solo a chiacchiere.

L’emiciclo, guarda caso, è apparso semivuoto: pochi sono stati i senatori che hanno partecipato al dibattito che segue alle comunicazioni del premier. Moltissime le poltrone vuote, in vari settori dell’aula e nonostante l’importanza dell’intervento del primo ministro che, prima di iniziare il suo discorso, ha voluto esprimere il “commosso cordoglio dell’aula del Senato ai nostri concittadini del Centro Italia, sconvolto dal terremoto e dal maltempo”

Eppure il presidente del Consiglio ha parlato dei 4 miliardi di “risorse per la ricostruzione delle zone colpite dal terremoto presenti nella legge di Bilancio”. Ha parlato di un decreto che verrà varato la prossima settimana per “prevenire su alcuni punti, su alcuni gangli decisivi, l’accumulo di ritardi che finora non ci sono stati ma che potrebbero verificarsi”.

 

Terremoto, Gentiloni ringrazia i soccorsi: ma il Senato è tristemente vuoto

Sono stati ringraziati i soccorritori definiti dal prenier “cittadini italiani esemplari” che hanno contribuito a dare un’immagine “della generosità e del senso del dovere, dello Stato che mobilita tutte le sue energie”.

Sono stati ringraziati tutti quelli che hanno lavrato alla tragedia di Rigopiano. Ma, ninete, al Senato c’era poca partecipazione. D’altronde, meglio la tv, la radio, il Social per i nostri stipendiati.  

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