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Parla di errore il presidente della Regione Abruzzo riguardo la storia avuta con la donna a Roma. Dice che ne parlerà con la figlia più grande. Con la moglie ha già parlato. E dopo l’incontro con i magistrati parlerà con i cittadini. La sua vita privata resa pubblica. Il fine qual è?

Parla di errore il presidente della Regione Abruzzo riguardo la storia avuta con la donna a Roma. Dice che ne parlerà con la figlia più grande. Con la moglie ha già parlato. E dopo l’incontro con i magistrati parlerà con i cittadini. La sua vita privata resa pubblica. Il fine qual è?

“Bene, ora cominciamo con le querele e le denunce per diffamazione” ha scritto ieri Chiodi sulla sua pagina Facebook. Ma la sua ‘minaccia’ nei confronti di certa stampa è durata poco. Stamattina, in un’intervista al ‘Corriere’, ha spiegato, riferendosi al flirt, che:”È stato un errore. Ho già parlato con mia moglie Daniela e con la più grande delle mie tre figlie, Eleonora, che ha 22 anni e studia a Roma. Ci ho già parlato e ci riparlerò, confido nella loro comprensione e alla fine, malgrado tutto, spero di tenere unita almeno la mia famiglia. Poi, dopo l’incontro che avrò coi magistrati, parlerò chiaro anche ai cittadini…”.

Durante l’intervista Chiodi cita Terenzio:”Nulla di ciò che è umano mi è estraneo” e poi Gandhi:”Non bisogna aspettare che passi la tempesta, ma imparare a ballare sotto la pioggia”. 

L’ALBERGO AL PANTHEON

La notte era quella del 15 marzo 2011, presso l’albergo ‘Del Sole’, a Roma. La stanza la numero 114 in cui il governatore ha ammesso di essere stato in compagnia di una donna che non era sua moglie. Dopo due mesi la stessa donna otterrà l’incarico pubblico quadriennale alle Pari Opportunità regionali, con tanto di nomina del ministero del Lavoro. Per il momento esiste solo il sospetto che Chiodi abbia sconfinato nelle decisioni, per motivi privati, nella sfera pubblica. Se dal punto di vista giudiziario pare ci siano ancora forti perplessità sull’intervento di Chiodi al fine di favorire la donna, dall’altra, con convinzione si può affermare che la vita familiare del governatore ha avuto un forte attacco.

“PURA MACELLERIA”

“Ho fatto un errore, lo ripeto, una cosa che è finita lì, ma ora provo pure una grande amarezza – aggiunge Gianni Chiodi -. Perché qui mi si vuol far passare per uno che ha fatto la cresta alle spese, che ha chiesto rimborsi che non gli spettavano e che si è approfittato in tutti i modi del suo ruolo pubblico, del suo potere. Ebbene, io qui lo posso dire, senza tema di smentite, che quello di cui si parla non era un concorso pubblico e che quella persona, che oggi prende 200 euro al mese per il suo incarico, 200 euro ho detto, io non l’ho mai favorita. Il suo curriculum, piuttosto, fu valutato da una commissione regionale di cui facevano parte pure i sindacati, dico la Cgil, capito?, cioè voi immaginate che io possa andare dalla Cgil a chiedere di favorire una persona…”. Poi, riferendosi sempre alla donna, dice:”non mi ha mai chiesto niente, mai un aiuto, una protezione… Una relazione personale, di tre anni fa, sottolineo, che diventa pura macelleria, ecco quello che mi amareggia: famiglie massacrate, carriere esposte al pubblico ludibrio. E questo per un puro obiettivo politico, io lo so, perché il 25 maggio in Abruzzo si vota ed è chiaro che qualcuno mi vuole far fuori. Ma non s’illudano i miei nemici, saranno gli elettori a dirmi, quel giorno, se dovrò andar via…”.

“LOBBY POTENTISSIME”

A fine intervista il presidente puntualizza:”Ho costruito tutta la mia vita politica sulla base della correttezza, del rigore, dell’attenzione ai conti – conclude amaro -. Ho dovuto combattere con lobby potentissime e antichissime per risanare la Sanità, abbattere il deficit di un miliardo di euro, tagliare i costi, abbassare le tasse regionali, limitare il budget per la rappresentanza, liquidare carrozzoni inutili, chiudere le comunità montane al livello del mare, eliminare 250 nomine di Cda, dimezzare le auto blu. Da solo, come commissario della Sanità e commissario per la ricostruzione del terremoto, ho gestito in questi anni 15 miliardi di euro. Uno stress tremendo. Una responsabilità enorme e un’assoluta solitudine nelle scelte che sicuramente pesò in quei giorni. Ma non mi posso fermare, ho un ruolo da svolgere. E, come Gandhi, ora provo a ballare sotto la pioggia”. 

E forse saranno proprio le lobby che hanno messo in difficoltà il presidente di una regione come l’Abruzzo con tante questioni aperte. Fermo restando il lavoro della magistratura, cio’ che sta accadendo in questo caso, come in tanti altri, è quello di colpire i rappresentanti politici nella parte più sensibile: la sfera privata. 

È la tecnica più facile ma, allo stesso tempo, quella più perfida.  

“Cose inevitabili ed amare soprattutto se la privacy viene violata in maniera così volgare e violenta – commentano su Facebook – . A me interessano soltanto i risultati di ‘buon governo’ dimostrati da Gianni Chiodi ed il suo impegno costante e trasparente nella vita pubblica. Tutto il resto è solo trash. I falsi perbenisti ed untori lasciano il tempo che trovano. Se ci sono persone perfette e capaci si facciano avanti”. Quindi una riflessione romanzata:”Ballare sotto la pioggia per far sapere quanto lontano potremo andare dopo che qualcuno ha riparato la macchina, schiantata e schiattata da venti anni di sprechi e clientelismi. Per annientare l’idea che ogni volta il potere giudiziario debba decidere chi ci governa. Ballare sotto la pioggia per vincere una battaglia di civiltà contro un sistema in cui le debolezze di ognuno di noi diventano carne putrida in bocca agli avvoltoi di falsi moralisti a corrente alternata, anche quando non vi sono comportamenti illegittimi e neanche penalmente rilevanti!”. 

E se davvero non ci fosse nulla di rilevante?

ZdO 

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